
Diciamo che sta aumentando una sorta di stanchezza, smarrimento, turbamento, insoddisfazione e di esasperazione tra i nostri giovani.
Diciamo che, in effetti, in questo lungo periodo di pandemia, non solo non si è mai parlato di loro e delle loro necessità/bisogni/preoccupazioni ma si è dato per scontato che gli adolescenti, oggi, sono incapaci di avere un pensiero proprio, una idea propria (non studiano, son sempre sui social, in casa fanno ciò che vogliono, non rispettano, sono maleducati e cosi via).
Diciamo che qui si sbaglia. I ragazzi (vedi articoli sul mio blog) sono coloro che fino ad oggi hanno accettato tutto: dall’isolamento, al lockdown, alla scuola in DaD e poi in presenza e poi ancora in DaD , hanno accettato le direttive/regole, hanno sospeso qualsiasi attività sportiva (e ben sappiamo quanto importante sia per il loro benessere psico-fisico), hanno rispettato la coabitazione forzata con genitori e fratelli nonostante ben conosciamo le difficoltà di adattamento e la ricerca di nuovi equilibri specie per chi vive in piccoli spazi e potrei continuare all’infinito.
Diciamo che, al disagio tipico dell’adolescenza, si è aggiunto un cambiamento esistenziale causa la pandemia che, con tutte le sue limitazioni, ha creato un mix esplosivo negli animi di questi giovani.
Diciamo inoltre che dobbiamo tenere in considerazione le difficoltà in cui versano tante famiglie a far rispettare qualsiasi regola dai loro figli adolescenti e, soprattutto, la difficoltà ad instaurare un rapporto “significativo” con loro, a parlare con loro; infatti, i tempi strettissimi come tanti altri motivi, non sempre permettevano spazi per curare questo fondamentale aspetto che noi psicologi da sempre sottolineiamo!
Diciamo che troppe famiglie non sapevano prima della pandemia dove il figlio fosse, dove si recasse, chi esattamente frequentasse; figuriamoci adesso! Il controllo è fondamentale per stabilire se è in sicurezza o se frequenta cattive compagnie così come fondamentale controllare le operazioni sui cellulari anche in loro presenza e, alla fine, sono i genitori a sentirsi persi ed impotenti.
Di conseguenza i figli, al contrario, si sentono liberi di agire come vogliono (anche non in base a regole prefissate) frequentando chi vogliono, recandosi dove vogliono senza avvisare; ma il controllo è una cosa importantissima ed è il dovere di ogni famiglia farlo.
Figuriamoci che la pandemia con i suoi DPCM fatto di norme da rispettare categoricamente senza trasgressioni di nessun tipo, equivale a tanti “No” mai detti nè ascoltati in precedenza. All’inizio della pandemia sì, ma successivamente non più.
Il Vuoto che hanno attorno i nostri giovani è da loro considerato inconcepibile e inaccettabile: più scuola, più sport, più amici, diventa insostenibile. E la scuola come ben sappiamo non è solo didattica ma è palestra di vita e, secondo dati forniti dal Presidente dell’Ordine degli Psicologi, il 32% dei giovani dai 14 ai 18 anni è pessimista sul suo futuro. Son certi che la loro vita non tornerà più come prima della pandemia. Terribile!
Pertanto mai ascoltati nè considerati dalle Istituzioni ora si accapigliano nelle piazze perchè sono stanchi ed arrabbiati di subire senza che nessuno li ascolti e molte famiglie altrettanto impotenti ed incapaci di gestire questo tsunami (peraltro ben prevedibile): si accapigliano, sfregiano il volto per somigliare a Joker e fare una prova sulla soglia del dolore (reato di sfregio inserito nei protocolli del “codice rosso”), sfrecciano in auto dopo le 22 e vengono beccati, e cosi via.
Insomma 6 ore al giorno davanti al pc per la DaD e poi pomeriggio su social e chat con gli amici: niente palestre, niente piscine, niente sport è come aver tagliato loro le gambe ed ora sono arrabbiati ed è il minimo!
Considerando che le relazioni coi pari e con gli adulti sono la via principale per costruire ed affinare le proprie abilità, non dimentichiamo che è anche la via maestra per costruire la propria identità.
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