Con il termine “Protezione civile” è indicato il sistema attraverso il quale vengono coordinate le attività degli organismi preposti ad intervenire in soccorso della popolazione, dei beni comuni e dell’ambiente, durante eventi di natura calamitosa, in conseguenza dei quali si verificano situazioni di emergenza. Si tratta dunque di un vero e proprio sistema attraverso il quale ottimizzare l’azione di più attori/realtà/istituti/enti che abitualmente operano su diversi livelli territoriali. E’ in questa ottica che, come Psicologa, da anni mi occupo dell’ambito dell’Emergenza. La Psicologia dell’Emergenza (PdE) può essere definita come “la disciplina che studia il comportamento individuale, di gruppo e comunitario in situazioni di crisi”. Si occupa del benessere di tutti coloro che sono coinvolti a vario titolo, nelle emergenze partendo in primo luogo dalle vittime, dai soccorritori, senza tralasciare la comunità locale. Sono Responsabile dell’Equipe Psicosociale per le Emergenze (EPE)-NIP- della Protezione Civile di Parma alla quale fanno parte assistenti sociali, medico, sociologo, educatori, avvocato e psicologi. In questo contesto l’Equipe è sempre pronta a partire per una Emergenza: è accaduto in Abruzzo 2009, nel Sisma Emilia 2012, nelle frane del parmense nel 2013 e nell’alluvione del quartiere Montanara nel 2014. Compito dell’EPE è quello di favorire l’uso delle risorse personali incoraggiando ogni possibilità di guarigione spontanea, individuare e proporre tecniche di “gestione dello stress” più appropriate , informare la “vittima” ad essere più consapevole della natura e dell’impatto della situazione stressante (e quindi come siano normali le sue reazioni) ed anche proporre, nelle situazioni in cui sono coinvolti soccorritori, un debriefing . E’ questo un importante strumento utilizzato per “far mettere ordine” i ricordi e le emozioni dell’ esperienza vissuta a livello razionale/cognitivo in base ai racconti/ricordi dei presenti. Si eviterà così di lasciarsi andare a stati di angoscia, di panico o di malumori che spesso si trasformano in situazioni di disagio psicosomatiche e in stati depressivi. Questo lavoro è lo stesso, individualizzato, che si propone ai pazienti che si presentano in studio con traumi dovuti a molestie, aggressività, bullismo, mobbing, lutti, separazioni o altro…