AGGRAVARSI DEL DISAGIO – COVID-19 – FASE 2

By Marta Viappiani 3 anni ago

Le persone che telefonano da fine aprile, denunciano:

– l’aggravarsi del disagio data la impossibilità di percepire un reddito e di non vedere la chiusura di questo periodo difficilissimo. Si cerca di supportarli nel vedere positivo, che la situazione è solo temporanea (anche se sarà lunga), ma soprattutto ora una grande risposta deve arrivare dalle Istituzioni preposte. Concedere respiro economico con somme di denaro, buoni pasto e consegne pasti per le famiglie in difficoltà.

AGGRAVARSI DEL DISAGIO per le famiglie in difficoltà sono il minimo per garantire la sopravvivenza per moltissime famiglie numerose ma anche per molti anziani soli.

– l’impossibilità di continuare a stare in piccoli alloggi con minori e con coabitazioni forzate (magari coniugi che erano in fase di separazione). Tant’è che i CAV denunciano un aumento delle violenze domestiche.

 

Prendiamo spunto dagli importanti suggerimenti proposti nel libro:

“PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA. UNO SGUARDO D’INSIEME”

Per averne una copia basta semplicemente scrivere a: info@martaviappiani.it
oppure collegarsi al sito internet: www.edizioni-tangram.it
e se siete di Parma potete recarvi alla libreria “Piccoli Labirinti” in via Gramsci

 

Dai primi di maggio si sta diffondendo grazie all’attivazione del Comitato di Protezione Civile un questionario di  prevenzione al burnout e, in base alle risposte, proposte per incontri ad hoc con i soci delle associazioni per parlare di come gestire le situazioni di stress e di come contenere gli stati emotivi . La pandemia che stiamo vivendo, ci mostra una situazione particolarmente critica perché pone i nostri volontari non solo in pericolo di contagio ma aumenta la quantità e l’imprevedibilità del lavoro. Ne conseguono livelli di stress più elevati e più difficilmente controllabili con le risorse di cui risponde ordinariamente l’individuo.

Ogni professione socio-assistenziale (infermiere, assistenti sociali, soccorritori) richiede un intenso coinvolgimento emotivo: la relazione  operatore/utente verte sui problemi di quest’ultimo che possono essere non solo economici o relazionali ma anche e soprattutto psicologici, sociali o fisici.

Ecco perché tale relazione può diventare per l’operatore gravata da ansia, disagio, senso di impotenza, delusione, timore di non essere in grado di dar risposte efficaci.

Il principale rischio è l’esito in una condizione di burnout, una sindrome di esaurimento emotivo che porta sfiducia, scoraggiamento, perdita di motivazione e ritiro dalle relazioni. Se non si interviene in questa fase, come ci insegna la psiclogia dell’emergenza, il disagio emotivo può coinvolgere altre aree della vita personale e innescare risposte psicosomatiche come insonnia, cefalea, faticabilità, disturbi gastrointestinali e via dicendo. Non parliamo più di oscillazioni dello stato di soddisfazione del lavoratore, ma di salute della persona: per questo l’operatore in servizio non va lasciato solo!

La sintesi che emergerà dai questionari che proponiamo, potrà orientare i contenuti di un nostro futuro lavoro che vorremmo svolgere insieme agli operatori, attraverso incontri di gruppo finalizzati al confronto tra colleghi, alla condivisione di dubbi e paure, all’organizzazione di modalità più efficaci di azione di equipe. Un incontro potrebbe fare la differenza tra abbandonare il servizio e proseguirlo.

Ecco la nostra ultima iniziativa di cui a breve daremo feedback!

Presentazione questionario