GUIDA PER AIUTARE GLI ADOLESCENTI

Marzo 17, 2021
Il Covid 19 come strumento di crescita emotiva e sociale, per uscire da questa pandemia non occorre solamente un vaccino ma sicurezza e tutela dei più giovani che da un anno sono alle prese con uno scenario del tutto nuovo. Non parlerò di scuole chiuse, lezioni in DAD, di mancanza degli amici, dello stop allo sport, dei pomeriggi chiusi in casa davanti al PC o alla Play Station, di nervosismo tra le mura di casa… ma parlerò di strumenti concreti con cui i genitori, i docenti e tutti coloro che sono vicino gli adolescenti possono intercettare e comprendere sul nascere il malessere di chi si è visto stravolgere la vita da un giorno all’altro e ancora non ha la maturità per elaborare gli eventi. Cari genitori e docenti scolastici ecco il primo e importantissimo strumento: LA PRESA DI COSCIENZA: Cosa state facendo per i giovani, vi soffermate mai ad analizzare i loro comportamenti? Vi siete resi conto che per loro il futuro è nebuloso? Conoscete l’emergenza psicologica? Le vostre risposte tardano ad arrivare ma avete già fatto tantissima strada, poiché il soffermarsi a pensare avrà già mosso in voi la voglia di comprendere quali sono le migliori strategie per aiutare i giovani. Mi sento in qualità di psicologa dell’emergenza di suggerire aprire  un sano e profondo DIALOGO: Ponete domande semplici: “Come stai? Cosa provi? Come stai vivendo questo momento? Cosa vorresti fare? Cosa ne pensi del tuo futuro? …” Le risposte dei ragazzi saranno la prima via per accorgersi se le emozioni che stanno provando sono frutto di ansia. Non esitate perché agire tempestivamente eviterà lo sviluppo di Disturbi Post Traumatici da stress, non abbiate timore ma imparate a riconoscere i segnali d’allarme. Perché amare e crescere un figlio è far emergere e prevenire i problemi. AGITE: Lo sapete che l’adolescente si costruisce la sua identità basandosi sulle relazioni, sugli sport, sugli affetti, sulle passioni da coltivare, ecc. Ma gli è stato tolto ed ora è nervoso, irrequieto, triste, etc… Rivolgetevi ad uno psicologo dell’emergenza che ha scelto di formarsi per prevenire e curare tutti i sintomi delle situazioni traumatiche come questa. Vi spiegherà che non esiste una risposta, una regola, una soluzione ma va cercata tenendo conto della personalità del ragazzo/a, del suo vissuto, delle sue esperienze e delle sue aspettative. Guiderà il giovane verso l’unica strada per apprendere poco alla volta a gestire questo nostro Mondo e, di conseguenza, riuscire a modificare quei comportamenti che paiono disfunzionali. RICORDATE: Bullismo, atti aggressivi, botte nelle piazze sono comportamenti che ci sono sempre stati tra gli adolescenti e ben comprensibili in questo attuale momento storico ma non vanno sottovalutati bensì redarguiti, ripresi e ricondotti alla ragione attraverso quanto detto più sopra. Noi psicologi dell’emergenza siamo qui, apposta, per dare suggerimenti, strategie e consigli a che questo avvenga nel minor tempo possibile.

A NOI INTERESSANO I GIOVANI

Marzo 17, 2021
Stanno zitti, ascoltano, soffrono, inventano spazi all’interno delle loro case, coabitano per tempi infiniti con fratelli e genitori, sono lontano dagli amici, non fanno più sport, non vanno a scuola, attività ludiche, abbracci, abbracci di amici, strette di mano, affetti coetanei. Quante domande e risposte si saranno dati? Hanno capito cosa stanno vivendo? Dove sono finite le loro emozioni, progetti, passioni? Sono ragazzi che hanno obbedito fiduciosi e speranzosi… ma la verità è un’altra sono spaventati e timorosi sull’evoluzione del futuro il loro futuro. Studi in tutto il mondo stanno misurando gli effetti della pandemia dopo mesi di isolamento forzato, su bambini e adolescenti. Una recente ricerca (Monko et al) ha determinato una serie complessa di fattori che dovremo tenere ben presenti al fine di supportare al meglio i nostri giovani quando e se si presentassero: incertezza, isolamento e angoscia dei genitori che hanno avuto e hanno tuttora un impatto sulla salute mentale di bambini e adolescenti; infatti è risaputo che più i genitori sono sereni e trasmettono fiducia e ottimismo più i figli saranno protetti da pensieri negativi, paure e timori vari.  I bambini e i ragazzi hanno molte preoccupazioni legate alle conseguenze del COVID-19, più di quello che noi adulti pensiamo. Ad esempio: – si chiedono se e quando questa pandemia avrà una fine; – quando potranno tornare ad una vita normale fatta di amici, sport e svaghi; – quando potranno, e in tranquillità, vedere i loro nonni, i loro amici; – quando potranno tornare a scuola senza l’incubo della Dad che li obbliga davanti a un pc ogni mattina; – tumulti interiori, forti emozioni nel rivedere in presenza, dopo mesi, i loro compagni ed i loro insegnanti;  –  forti emozioni vissute da coloro che frequentano il 1° anno delle Superiori: non hanno avuto il tempo di conoscere compagni ed insegnanti poichè fino al 25 gennaio hanno fatto didattica a distanza; – i più piccini che per la prima volta entrano a scuola (materne, elementari, medie e superiori), con mascherine, gel, distanze di sicurezza, senza sorrisi o abbracci, che batticuore. Pensiamo dunque all’importanza dell’accoglienza: l’importanza di comprenderli e saper legittimare le emozioni che scaturiscono da questi momenti, l’attenzione che sarà loro riservata sarà il cardine attorno al quale ruoterà l’inserimento dei ragazzi! Genitori avete un ruolo importantissimo dovete essere in grado di supportarli, consigliarli al meglio, calmarli ma anche motivarli a cercare alternative ai social al fine di aiutarli a colmare quelle incertezze che emergono e fare in modo che non prendano mai il sopravvento. Genitori che affrontate sfide quotidianamente sfiancati e incerti a vostra volta sappiate che influenzerete positivamente o negativamente i bisogni emotivi dei vostri figli. Se vi sentite vacillare vi consiglio di trovare la forza di chiedere aiuto a chi da anni da sostegno alle persone: GLI PSICOLOGI DELL’EMERGENZA. Dal ritorno a scuola dopo mesi di Dad, si rilevano difficoltà “normali” da parte dei ragazzi: nulla è più come prima poichè i compagni sono cresciuti, glia argomenti di cui parlare cambiati, molti vivono ansie e depressioni, ma

Sempre più risse tra i giovani: perchè?

Gennaio 26, 2021
Diciamo che sta aumentando una sorta di stanchezza, smarrimento, turbamento, insoddisfazione e di esasperazione tra i nostri giovani. Diciamo che, in effetti, in questo lungo periodo di pandemia, non solo non si è mai parlato di loro e delle loro necessità/bisogni/preoccupazioni ma si è dato per scontato che gli adolescenti, oggi, sono incapaci di avere un pensiero proprio, una idea propria (non studiano, son sempre sui social, in casa fanno ciò che vogliono, non rispettano, sono maleducati e cosi via). Diciamo che qui si sbaglia. I ragazzi (vedi articoli sul mio blog) sono coloro che fino ad oggi hanno accettato tutto: dall’isolamento, al lockdown, alla scuola in DaD e poi in presenza e poi ancora in DaD , hanno accettato le direttive/regole, hanno sospeso qualsiasi attività sportiva (e ben sappiamo quanto importante sia per il loro benessere psico-fisico), hanno rispettato la coabitazione forzata con genitori e fratelli nonostante ben conosciamo le difficoltà di adattamento e la ricerca di nuovi equilibri specie per chi vive in piccoli spazi e potrei continuare all’infinito. Diciamo che, al disagio tipico dell’adolescenza, si è aggiunto un cambiamento esistenziale causa la pandemia che, con tutte le sue limitazioni, ha creato un mix esplosivo negli animi di questi giovani. Diciamo inoltre che dobbiamo tenere in considerazione le difficoltà in cui versano tante famiglie a far rispettare qualsiasi regola dai loro figli adolescenti e, soprattutto, la difficoltà ad instaurare un rapporto “significativo” con loro, a parlare con loro; infatti, i tempi strettissimi come tanti altri motivi, non sempre permettevano spazi per curare questo fondamentale aspetto che noi psicologi da sempre sottolineiamo! Diciamo che troppe famiglie non sapevano prima della pandemia dove il figlio fosse, dove si recasse, chi esattamente frequentasse; figuriamoci adesso! Il controllo è fondamentale per stabilire se è in sicurezza o se frequenta cattive compagnie così come fondamentale controllare le operazioni sui cellulari anche in loro presenza e, alla fine, sono i genitori a sentirsi persi ed impotenti. Di conseguenza i figli, al contrario, si sentono liberi di agire come vogliono (anche non in base a regole prefissate) frequentando chi vogliono, recandosi dove vogliono senza avvisare; ma il controllo è una cosa importantissima ed è il dovere di ogni famiglia farlo. Figuriamoci che la pandemia con i suoi DPCM fatto di norme da rispettare categoricamente senza trasgressioni di nessun tipo, equivale a tanti “No” mai detti nè ascoltati in precedenza. All’inizio della pandemia sì, ma successivamente non più. Il Vuoto che hanno attorno i nostri giovani è da loro considerato inconcepibile e inaccettabile: più scuola, più sport, più amici, diventa insostenibile. E la scuola come ben sappiamo non è solo didattica ma è palestra di vita e, secondo dati forniti dal Presidente dell’Ordine degli Psicologi, il 32% dei giovani dai 14 ai 18 anni è pessimista sul suo futuro. Son certi che la loro vita non tornerà più come prima della pandemia. Terribile! Pertanto mai ascoltati nè considerati dalle Istituzioni ora si accapigliano nelle piazze perchè sono stanchi ed arrabbiati di subire senza che nessuno li

LA GIOIA DI ESSERE GENITORE AL TEMPO DEL COVID

Gennaio 26, 2021
Il cambiamento dello stile di vita, la ricerca di un nuovo equilibrio, imposto dal Covid, non è stato facile. Ricostruire i propri spazi e tempi di vita già strutturati, relazioni domestiche con figli e partner ognuno dei quali coi suoi propri problemi e tensioni, non ha reso facile il trovare un nuovo “equilibrio”; infatti sia i figli che i partner hanno manifestato in vari modi le tensioni dovute all’allontanamento dal lavoro, dai colleghi, dalle attività sportive, dagli amici ecc. insomma dalle proprie abitudini consolidate! Tuttavia dopo ormai 10 mesi di questi sforzi e tentativi per migliorare e rasserenare l’ambiente domestico, possiamo individuare delle positività non indifferenti di questi sforzi nei confronti dei figli: 1- si è imparato ad Ascoltare i figli: le loro noie, le loro sofferenze, le mancanze degli amici e delle attività varie che svolgevano e, con gli strumenti a disposizione, si è cercato di rispondere e supportarli. Inutile ripetere che l’assenza degli amici di scuola e dello sport e di altre attività, la mancanza dei rituali che caratterizzavano le loro giornate (dal vedere l’amico/a del cuore, al giretto in centro con altri ecc…) li ha profondamente turbati rischiando di lasciare una ferita profonda, nel tempo. 2- si è compresa l’importanza di dedicare loro “tempo” quel tempo che prima non c’era mai se non ritagliato tra una commissione e un’altra, un dovere e un altro. Questo tempo ha permesso di far conoscere i figli ai genitori ma anche e soprattutto dal punto di vista emozionale. Penso che il tempo sia una grande cura a tanti mali e, il trascorrerlo coi figli, credo sia diventato uno dei fattori protettivi principali rispetto alle problematiche emergenti dall’isolamento sociale, sportivo, relazionale e scolastico 3- si è appresa l’importanza del bisogno dell’adolescente (ma non solo) di sperimentare un rapporto autentico coi genitori basato non solo sulla conoscenza reciproca ma anche e soprattutto sulla comprensione reciproca 4- si è scoperto come insegnare ai propri figli la consapevolezza e la gestione delle emozioni come quella della rabbia, della paura come affrontare i momenti di noia, di solitudine e cosi via. Insomma guardiamo l’aspetto positivo di questo lungo periodo: cogliamo questi aspetti importanti affettivamente parlando e non facciamoci travolgere dalle notizie di terrorismo mediatico. Bibliografia: “Adolescenti: 6 consigli per combattere l’ansia nel Coronavirus” G. Lavenia da _La Repubblica 13.11.2020

LA CONVIVENZA FORZATA, DURANTE IL COVID, HA FATTO RISCOPRIRE EMOZIONI DI COPPIA CHE PAREVANO SOPITE. VEDIAMO COME.

Gennaio 26, 2021
Partiamo dai dati raccolti dall’AISPA (Ass.ne Italiana di Sessuologia e Psicologia Applicata) che ha fatto una ricerca su 2000 persone e testare come il Covid avesse inciso nel modo di vivere la sessualità e la coppia. -37% rapporto rimasto invariato -33% ha risposto di sentirsi molto più unito al proprio partner -17% non sa rispondere -10% non sopporta più l’altro/a -3% sta valutando separazione L’epoca Covid ha aperto nuovi scenari di coppia con opportunità di crescita per tutti. Ad oggi pare che il periodo di isolamento forzato abbia, per la maggioranza, fatto molto bene ai legami affettivi; infatti già dal primo lockdown verso il mese di aprile si sono riscontrate maggiori stabilità nelle coppie con un ritrovato “equilibrio”. Solo i rapporti che erano già in crisi non hanno migliorato la situazione. Ma cosa è successo? L’isolamento non ci ha permesso di continuare a fuggire: vita frenetica fatta di corse per lavoro, figli, gestione casa e tanto altro non permetteva di avere “tempo” da dedicare all’affetto, all’amore, alla coppia. L’isolamento sì, ha potenziato il legame affettivo di coppia e permesso l’espressione di più emozioni vissute al suo interno. Avevo in terapia alcune coppie che hanno ritenuto opportuno non continuarla on line ma rimandarla a tempi migliori. Non sapevo cosa avrei ritrovato. Ebbene ho scoperto che hanno usato il maggiore “tempo” a loro disposizione per parlare, progettare, condividere più momenti quotidiani quali il cucinare e le faccende domestiche. Ed anche la sessualità ha preso un’altra spinta; il desiderio di giocare, ridere e divertirsi ha preso il sopravvento come fossero i primi tempi del fidanzamento. L’esempio che faccio sempre è quello della piantina che ha un bellissimo fiore: la ritiro dalla finestra se piove, la rimetto se c’è sole indiretto, la annaffio regolarmente, la concimo insomma la curo affinchè rimanga bella e rigogliosa. E così funziona anche l’amore in una coppia alla quale, in questo periodo, ci si è dedicato cura, attenzione, tempo, dedizione, premura. Ha anche permesso di riscoprire l’altro/a come Persona coi suoi pregi e difetti ma senza farlo in maniera frettolosa o nei ritagli di tempo. Ci si è dedicata maggiore riflessione! Potrei definire questa situazione come “ponte” tra frenesia e corse per inseguire tutto e tutti e dall’altra parte la riscoperta dell’uno e dell’altra. In conclusione la convivenza forzata ha modificato la quotidianità cui eravamo abituati: si sono fatte scoperte sconcertanti come il cucinare insieme, il condividere una serie TV; favorendo così un nuovo e duraturo “equilibrio” di coppia Biblio suggerita: “L’amore è eterno finchè non risponde” E. Viola-Einaudi “Quando l’amore diventa dipendenza” R. Cavaliere-Angeli

Vaccino SI Vaccino NO

Gennaio 26, 2021
Cosa accade nei nostri pensieri, nella nostra psiche, nei nostri comportamenti quando appare un dilemma così importante da sciogliere? Nasce un senso di paura, di panico, timore di fare scelte sbagliate per sè e magari anche per i propri cari… ma cos’è in realtà questa Paura? La paura è un’emozione importante che io definisco il “nostro salvavita”: ci protegge, ci difende, ci allerta quando si vive un pericolo, attiva tutte le nostre difese, i muscoli e ci prepara alla fuga o al combattimento…. e allora ecco che dobbiamo imparare a razionalizzare l’evento, qualsiasi evento dobbiamo affrontare. Certo che se non c’è il tempo materiale per farlo è meglio fuggire (nostra risposta ancestrale di fronte ai predatori per esempio) ma se possibile, come in questo caso di dover scegliere o meno di fare un vaccino, pensiamo bene ai pro e ai contro, a cosa conviene fare vista la storia pregressa, i consigli di luminari e cosi via… siamo artefici noi stessi delle nostre scelte senza seguire quelle di altri… Come non provare paura di fronte a notizie e dichiarazioni che si leggono sui quotidiani o si vedono in TV? Come non essere terrorizzati di fronte a ciò che può capitare a te o a un tuo caro se vieni contagiato? Da come sono emerse le richieste e le dichiarazioni attualmente pare che si sia chiamati a schierarci per il SI (vaccino) o NO (vaccino)… ma non è così… occorre fare valutazioni, attente riflessioni per non cadere anche in luoghi comuni, per non seguire i si vax o i no vax… Occorre attivare la nostra resilienza per comprendere cosa è meglio fare per noi e i nostri cari, in un momento come questo. In questa pandemia che tutti stiamo vivendo in maniera più o meno traumatica, dobbiamo decidere se vaccinarci oppure no: e allora occorre far emergere un tema che dobbiamo riportare al centro del nostro ragionamento ed è quello della responsabilità sociale. E’ grazie a questa responsabilità che mettiamo le mascherine, ci disinfettiamo sovente le mani e manteniamo distanze dagli altri e che ci ha permesso di contenerla, questa pandemia. Occorre che impariamo a fare tesoro delle esperienze: usiamola per ragionare sul vaccino e pensiamo a quali altre armi abbiamo da poter usare per combatterlo/fermarlo? quali altre possibilità di contenimento, anche nella nostra storia, sono state usate per le altre pandemie? Insomma se non fosse per i vaccini molti perirebbero perchè le possibilità di contagio sono veramente alte. Quindi ognuno con la propria testa, storia, informazioni, conoscenze tiri le sue proprie somme e decida cosa è meglio fare. Senza fanatismi!

Resilienza= “Vaccino Psicologico” contro questa pandemia

Gennaio 26, 2021
Abbiamo già detto molto della RESILIENZA ma forse occorre approfondire che trattandosi “della capacità di fronteggiare eventi difficili in maniera positiva, forse non è chiaro il concetto che va appresa e sviluppata” Sarebbe fondamentale parlarne già nelle scuole materne cosi come delle Emozioni, il riconoscerle e la loro gestione; infatti, non è detto che i genitori siano in grado di capirne l’importanza per cui la scuola deve affrontare questo difficile compito. Detto questo che riguarda l’attivazione della resilienza attraverso una conoscenza più approfondita delle mie Emozioni, apprendo, leggendo un articolo, che nel ’91 lo psicologo Cohen fece un interessante esperimento. Prese due gruppi di soggetti: uno sottoposto a stress psicologico e l’altro no che venivano esposti a virus respiratori… Emerse che aumentando i livelli di stress aumentava la percentuale di infezione: 74% di infiammazione e 27% di raffreddore per i meno stressati e 90% di infezione e 47% di raffreddore tra i meno stressati. Differenza di 20 punti nella possibilità di ammalarsi… Anche il Dr Veronesi negli anni ’90 scrisse molto sui collegamenti tra formazioni tumorali e stress della persona… li lessi tutti e già allora mi colpirono molto! Dopo anni da questi studi oggi abbiamo una corposa letteratura al riguardo che ci mostra il rapporto tra psiche (rapporto col mondo esterno, personalità, resilienza…) e sistema immunitario; da questi studi, ancora una volta, viene evidenziato che il rapporto tra ambiente e individuo è modulato da come vediamo/viviamo/percepiamo le cose, le relazioni, il rapporto col Mondo e che l’att. psichica esercita un influsso importantissimo sul sistema immunitario. Ecco dunque ciò che vorrei giungere a comunicarvi: l’importanza per tutti di attivare e sviluppare costantemente la propria resilienza che non è utile solo per la salute psichica ma anche e soprattutto per rinforzare l’immunità difendendo la salute fisica. La pandemia che stiamo vivendo con tutti gli effetti collaterali (isolamento forzato, mancanza di libertà d’azione e di movimento, chiusura e segregazione senza rapporti sociali e relazionali, ecc), ci deve insegnare che corpo e psiche NON SONO separate, ma devono essere viste come parti di una strategia complessiva. Il mio motto che già ho scritto più volte nei miei blog è sempre più attuale: “Non esiste emergenza sanitaria senza quella psicologica” Leggo alcuni dati: oggi il 20% della popolazione ha bisogno di supporto psicologico, molti altri vivono in situazioni di stress cronico per cui quale può essere il ventaglio di risposte da offrire loro? Supporto psicologico, psicoterapia, incontri online ma anche perseguire sogni e passioni, intensificare relazioni via Skype o in videochiamate, continuare a fare att. sportiva anche in casa aiutati da APP (ce ne sono di bellissime) e cosi via…. Ecco che, senza allarmarsi, è bene sapere che i vaccini psicologici esistono e possono, senza alcun dubbio, rafforzare le nostre difese immunitarie a livello sia individuale che collettivo. (cit. Dr. Lazzari e Prof. Veronesi)

Un Natale senza parenti

Dicembre 8, 2020
Come affrontarlo? Come reagire? Come non lasciarsi andare alla tristezza? Ecco alcuni suggerimenti pratici per cercare di accorciare questa “distanza” fisica dai nostri affetti. La tecnologia può aiutarci. Genitori a casa, lontano, magari anziani e soli con la paura di ammalarsi di Covid e di altro, con tanti figli e parenti sparsi nella penisola… .L’Attesa dell’incontro tra tutti per Natale è una vera tradizione raccolta dai nonni e dai bisnonni e piacevolmente tramandata a noi e ai nostri figli. Il Natale non è solo festa commerciale ma anche ritrovo affettivo, recupero dei valori familiari, incontro tra parenti stretti… un giorno che per tanti è atteso da un anno! Occorre premettere il significato che ha, per tantissimi di noi italiani, il Natale: è un momento che per tradizione è di festa, le mamme che spignattano in cucina per giorni, cibi tradizionali per la Vigilia e per Natale, l’albero e il presepe preparati con gusto e dovizia di particolari, figli che tornano nel focolare familiare che lavorano o studiano lontano da casa, magari da anni… il Natale è un giorno Sacro per i nonni, i genitori e, di conseguenza, anche per noi e i nostri figli… Ma quest’anno qualcosa è cambiato e investe anche questa splendida giornata da tanti attesa, appunto, tutto l’anno… Che fare per non far sentire soli i nostri anziani e per non sentirci “noi” assenti? Intanto pensiamo ad organizzarci con videochiamate e telefonate anche in più momenti della giornata: aiuterebbe sicuramente ad alleviare quel senso di vuoto e inusualità che lascerà questo Natale, questa giornata tanto attesa! La “distanza fisica” creerà in molti “tristezza, disagio psicologico, senso di vuoto e anche di solitudine”: questa è la pandemia psicologica accanto a quella sanitaria da Covid che impone di cambiare stile di vita, abitudini ed ha una ricaduta sulla vita quotidiana di tutti (grandi e piccini), sulla salute psicologica e sulla società in genere. Non dobbiamo sottovalutare la ricaduta sull’aspetto psicologico di questo Natale che si ritorcerà contro, come un boomerang, a tutti se non prestiamo attenzione e diamo sollievo ai soli, agli anziani e a quanti attendono il Natale con ansia tutto l’anno.  In caso di difficoltà perchè non rivolgersi a dei professionisti? Non farsi sopraffare dalla depressione o dal lasciarsi andare rendendo ancor più complicata questa situazione di quanto già non lo sia, è davvero un attimo. Ci sono vari telefoni d’ascolto messi a disposizione da più Istituzioni, psicologi sparsi su tutto il territorio pronti ad offrire un sostegno, un ascolto, un aiuto concreto a chi li conttatterà… non pensiamo di riuscire a farcela sempre da soli! Perchè non provare a trasformare questo cambiamento/isolamento forzato delle festività natalizie 2020 in qualcosa di costruttivo? Ogni esperienza è come una medaglia: ha sempre 2 facce. Pensiamo a cosa siamo maggiormente portati a realizzare: ad esempio fare del volontariato (CAV, ENPA, CARITAS…),  oppure dedicarsi dei momenti di distensione o di rilassamento che non si possono mai godere come letture, passeggiate, ascolto musiche, attività di cucina, aperitivi virtuali con gli amici e

Il 10 ottobre scorso, in occasione della giornata nazionale della Psicologia, Conte ha parlato della centralità al diritto alla salute dei cittadini senza prescindere dalla consapevolezza dell’importanza della salute psicologica.

Novembre 16, 2020
In questa emergenza sanitaria nella quale, come scrivo spesso, non può non esserci anche quella psicologica, le persone sono in forte disagio emotivo. Stati d’ansia e di incertezza per il loro futuro e quello dei figli, attacchi di panico ed insonnie sono all’ordine del giorno senza considerare che per molti vi è anche lo stress dello smart working. Le continue circolari che modificano quelle precedenti sui comportamenti che dobbiamo attivare, la martellante colpevolizzazione dei cittadini sui quali è stata scaricata la responsabilità del dilagare del virus, l’irrompere di varie fake news…il tutto concorre a creare confusione e quindi ansia nelle persone. Ad oggi però, nessuna azione, nessuna risorsa psicologica ha avuto seguito alle parole dette. – Promesso di creare supporto a bimbi e adolescenti, ad operatori sanitari, a studenti… che, apparentemente stanno reagendo bene adesso, ma che possono covare disagi molti profondi che emergeranno nel prossimo futuro. – E’ anche stata prevista l’attivazione di un servizio psicologico nelle 8.200 direzioni scolastiche con protocollo dedicato.. ma ad oggi ancora nulla adi concreto e di realizzato. I fondi sono troppo pochi rispetto ai costi di un servizio di questo tipo. L’indice di stress è in risalita in questa seconda ondata (alla pari dei livelli di marzo 2020) e l’ansia potrebbe trasformarsi in “dolore psicologico” con pesanti ricadute sulla salute nel suo complesso sia a livello familiare che professionale che socio/relazionale. L’Ordine degli Psicologi sta chiedendo al Governo dei vaucher per permettere alla cittadinanza (partendo dagli operatori sanitari, dai malati di Covid e dai redditi più bassi) di godere prestazioni psicologiche anche da privati data l’insufficienza di specialisti nel settore pubblico. Il disagio psichico evidenziato dai cittadini riguarda l’incertezza economica, lutti non elaborati, il prolungato isolamento che ci ha disabituati alla socialità (62% di italiani alla fine della prima ondata aveva paura di tornare alla normalità-“sindrome della capanna “) Ad esempio in Belgio, il Governo per ovviare all’inconveniente dell’isolamento ha adottato il sistema del “compagno di coccole” da incontrare a casa specie per i single per alleviarne la solitudine e la routine; ma anche la “bolla di sostegno” adottata negli States. Tali misure mostrano un’attenzione dei governi al benessere emotivo dei cittadini che da noi è rimasta, ad oggi, sulla carta. Le restrizioni imposte (finchè non arriverà il vaccino), ha un impatto rilevante su bisogni fondamentali delle persone come l’autonomia decisionale, la libertà di movimento, il senso di sicurezza fisica e il contatto coi cari. Difficile prevedere come queste sofferenze evolveranno nel futuro e che “ferite” lasceranno nelle persone. Ci chiediamo dopo tutti questi danni fatti, quanti ancora se ne faranno se non si attuano strategie per la salute mentale dei cittadini…. Prendiamo un lato positivo in tutto ciò: la pandemia ha imposto all’attenzione della politica l’importanza del benessere psico-emotivo e ci si augura che si raggiunga in breve un accesso al supporto psicologico all’interno del sistema sanitario nazionale. (da: Dr Lazzari Presidente CNOP)

“Ascolto e supporto psicologico” ai dipendenti di Aziende in era COVID

Novembre 6, 2020
Partirà a breve una interessante iniziativa di supporto psicologico ai dipendenti di una Azienda. Grazie alla sensibilità degli operativi preposti al Benessere del personale, si è reso necessario avviare un percorso di “ascolto e supporto psicologico” alle tante difficoltà, paure, ansie e disagi che stiamo vivendo. Questa seconda ondata di pandemia da SARS-CoV-2 ci sta colpendo tutti: uomini e donne, giovani e anziani, adolescenti e bimbi e sta intervenendo pesantemente nel modificare i nostri stili di vita, il nostro modo di vivere, le nostre abitudini consolidate obbligandoci ad un cambiamento nel quale non tutti siamo capaci e pronti. Ecco che, in questa iniziativa aziendale, e con questo progetto-pilota, i dipendenti potranno parlare, confrontarsi, condividere tutto ciò che in questo periodo li mette in difficoltà: sia un disagio familiare (conflitti interni, paura per i genitori anziani, problematiche coi figli…), sia un disagio professionale (smart working, mascherina, rapporto modificato coi colleghi…) sia un disagio interno alla persona (isolamento, coprifuoco, paure di contrarre il virus…).  Per tutte le difficoltà sopraelencate faccio riferimento a tutti i miei post precedenti nei quali ho approfondito le problematiche mentre ora,a proposito di smart working, penso sia importante spendere due parole al fine di  definire meglio l’entità e la portata di questo grande cambiamento lavorativo. Il Ministero del Lavoro ne parla come di una “modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, stabilita mediante un accordo tra dipendente e datore di lavoro: modalità che consente al lavoratore di conciliare i tempi di vita e di lavoro e al contempo favorire la crescita della produttività” (da “PdE: Rivista di psicologia applicata all’emergenza, alla sicurezza e all’ambiente” di A.Zuliani) Perritengo importante parlare del lavoro a casa? Perchè ci sono elementi sui quali dobbiamo cominciare a riflettere ora: ad esempio, quando tutto tornerà alla normalità, come ricomporre il gruppo di lavoro, quali difficoltà relazionali si presenteranno, le persone saranno cambiate giacchè, durante la pandemia, il lavoro a domicilio ha creato non poche difficoltà. A casa sono venute a mancare tutte le abitudini: dai rituali (caffè), alla chiacchiera col collega, alla sigaretta fumata in gruppo e, l’allontanamento dal lavoro, non solo ha interrotto tutto questo ma la modifica degli stati emotivi delle persone si riverseranno sul lavoro di gruppo. Infatti, l’aver perso persone care, aver vissuto momenti drammatici come la malattia, la preoccupazione per la salute e anche per il futuro di figli,, si modifica il “modo” di rapportarsi agli altri. In questa ottica di sofferenza delle persone ricordo che secondo quanto indicano i più attuali orientamenti clinici, è necessario ridare  attenzione alla centralità della persona, come soggetto inserito in un piano interattivo che ne faccia emergere tutta la sua complessità: la psicologia dell’Emergenza per le potenzialità che offre- sia a livello di prevenzione, sia in situazioni critiche (come questa) e anche dopo che si sono verificate – è lo strumento perfetto per stimolare interazione e consapevolezza del proprio essere (da: “Psicologia dell’Emergenza: uno sguardo d’insieme” di M. Viappiani). Alla luce

ONDATA DI PANDEMIA: UNO SGUARDO “PSICOLOGICO” AL PROBLEMA CHE RI-EMERGE

Novembre 3, 2020
Siamo in una fase completamente diversa rispetto la scorsa primavera. Così anche il nostro stato d’animo. Se da una parte dobbiamo ricordare continuamente di seguire le norme di sicurezza quale l’uso di gel, le mascherine e la distanza di sicurezza, dall’altra dobbiamo trovare il modo di “costruire e coltivare” nella dimensione digitale, la parte relazionale e sociale. Occorre riuscire a dedicarci a progetti, a idee creative che ci aiutino a non rendere le nostre giornate sempre uguali e noiose. Stato che con estrema facilità ci porterebbe a livelli di ansia e di depressione. Ecco che lo scopo di una Breve Psicoterapia o di un supporto psicologico in questa fase, avrebbe lo scopo di cercare modalità e strumenti per raggiungere un maggiore benessere psicologico e un sano equilibrio psicofisico qualora si siano verificati traumi. Ma, in modo particolare un percorso di questo tipo serve soprattutto ad attivare la resilienza oltre che avere strumenti atti a Prevenire stati di malessere che col tempo possono acuirsi. Mentre a marzo si registravano attacchi di panico, paura somatizzata in cefalee, insonnie e altri vari malesseri ora si registrano: – rabbia, confusione per le attese dei cambi programmi e per i cambi delle regole a cui faticosamente ci si era adeguati, incertezza economica, depressione, apatia, chiusura e ancora terrore di ricadere in un lockdown doloroso e assai faticoso da reggere. Consideriamo che un incidente di macchina, un lutto, un terremoto… sono tutte situazioni traumatiche alle quali, ognuno di noi reagisce come è capace, come è preparato e come è in grado di attivare la sua Resilienza. Quando si vive un “trauma”, ci si sente storditi, intorpiditi, confusi, persi. Ci rimettiamo in carreggiata, reagiamo chiamando a raccolta tutte le forze di cui siamo capaci, ci facciamo coraggio (Resilienza). E’ così che stiamo vivendo, tutti, in questa fase di Covid. La seconda ondata di contagi ci sta avvolgendo in maniera “invisibile”, per cui ancor più terribile non vedere quale sia il nemico da combattere ed è l’intera collettività ad esserne esposta. C’è chi sostiene che questa ricaduta dell’emergenza si poteva evitare, ma è senz’altro vero che stiamo assistendo ad una situazione reale che sta accadendo e della quale non abbiamo la misura, proprio perchè non si vede nè si sente, così che non possiamo prevedere nulla ed ecco il motivo per cui navighiamo con estrema difficoltà. Però, possiamo scegliere, individualmente, quanto esporci al discorso dell’allarme, quello dei collegamenti TV con i social, col parlarne con gli altri… Possiamo leggere fino a un certo punto, collegarci fino a un certo punto, commentare fino a un certo punto. La negazione è un pensiero ma anche un meccanismo difensivo che proprio dallo stato di angoscia che sempre più ci pervade, vuole difenderci. Molte persone che incontro e che telefonano e con le quali parlo, temono il lockdown come si teme la memoria di un trauma. Lo temono sul piano, per i della preoccupazione per il lavoro, per l’organizzazione giornaliera, per la salute.ropri bimbi, per la gestione degli anziani. lMa ’angoscia, permane perchè

La negazione come reazione alla seconda ondata della pandemia

Novembre 3, 2020
Il meccanismo difensivo della negazione è utilizzato sistematicamente dalle persone di fronte a stress e angoscia. Inconsapevolmente si adottano cosi comportamenti impropri e, in caso Covid, potenziali occasioni di disagio. È necessario sensibilizzare allo scopo del bene collettivo e offrire supporto psicologico, possono essere strumenti utili a combattere questi rischi e favorire così il processo della resilienza” (cit. CNOP 23.10.2020) Troppe persone in pandemia, stanno dimostrando di non rispettare le regole temporanee per il bene della collettività dimostrandosi così, pericolosi ed egoisti. Pare che alcune persone che non rispettano le regole sanitarie, siano mosse da particolari meccanismi psicologici ovvero quelli “di archiviare nel ns cervello problemi e situazioni traumatiche per permetterci di proseguire la nostra vita che altrimenti rischierebbe di essere messa in crisi”.  Tale meccanismo, utile a superare difficoltà emotive della nostra normale quotidianità, nel caso attuale di emergenza sanitaria, rende difficile riuscire a contenere la pandemia. Il nostro cervello ci aiuta a dimenticare brutti ricordi per farci vivere al meglio. È stato dimostrato dagli studi effettuati nel 2017 a Cambridge e che hanno rilevato come l’aumento della concentrazione di un neurotrasmettitore (GABA), faccia aumentare nel cervello la capacità di archiviare i ricordi negativi. Meccanismo a volte controproducente     quando le persone rimuovono problemi come quelli di “autoprotezione” come nella pandemia attuale, cosicchè non affrontandoli nè tantomeno risolvendoli, li costringono a ripetere sistematicamente pattern dannosi. La seconda ondata della pandemia nella quale è indispensabile adottare misure di contenimento molto stringenti, fa sì che molte persone non si attengano alle norme precauzionali perchè mentalmente incapaci di reggere il carico delle responsabilità richieste in questa fase. Le risposte alle situazioni traumatiche o pericolose come questa, variano molto sia perchè legati alla personalità di ognuno ma anche perchè legati al tipo di stressor e alla percezione del rischio che è soggettiva Possibili reazioni a questa seconda ondata: – in primis quelle emotive; infatti paura del contagio e ansia per l’incertezza della durata della pandemia sono visibili – poi per i problemi economici e sociali che la stessa ha causato e che stiamo vivendo tutti (mancanza di eventi/concerti/cinema per cui sere in casa, no amici per paura di contagi e perdite del lavoro sono le più eclatanti) – ma anche distorsioni cognitive che portano a sottovalutare il rischio (pensare che familiari non possono essere veicoli di contagio per la fiducia che abbiamo verso loro, per esempio) – ed anche manifestazioni di dubbi verso ciò che ci propina il Governo o Istituzioni. Ecco i negazionisti o le teorie di complotti. La rimozione in psicanalisi è un meccanismo inconscio: allontana dalla consapevolezza della persona desideri o pensieri vissuti come intollerabili e che causerebbero angoscia. Tale meccanismo, alla base delle nevrosi, entro certi limiti è fisiologico. Negare le evidenze scientifiche potrebbe ricondurre alla paura che si è incapaci di gestire e quindi alla mancata accettazione delle situazioni difficili (pandemia ma anche emergenza climatica) Lo stesso Ministero dell’Interno nelle sue linee guida per il sostegno psicologico di maggio 2020, riconosce tra le manifestazioni di disagio i comportamenti di

SCUOLA E FAMIGLIA 2020 (Prevenire il disagio)

Ottobre 2, 2020
            Ho ricevuto in questi giorni molte telefonate di preoccupazione ed ansia: genitori che, dopo aver letto gli ultimi fatti di cronaca (bimbo che si è buttato dal balcone a Napoli causa gioco su cellulare, baby gang all’opera un pò ovunque, risse in centro, ecc..), non solo sono preoccupati sull’andamento di questo trend sociale ma anche e soprattutto spaventati all’idea di lasciar liberi i loro figli in una società diventata “multiproblematica”.             A questo aggiungo il fatto che alcuni articoli recenti lanciano un allarme sulla pandemia, nelle classi delle scuole elementari, di disturbi del neurosviluppo.             Ad esempio, si legge nell’articolo scritto dalla d.ssa Lucangeli che un bimbo su cinque presenta autismo, dsa o ritardi. La D.ssa Lucangeli è Prorettrice dell’Università di Padova nonchè professoressa di Psicologia dello Sviluppo ed esperta di Psicologia dell’apprendimento che, da anni, si occupa di bimbi con vulnerabilità, disturbi dell’apprendimento, della memoria, dell’attenzione, del comportamento e dell’iperattività. Oltre che delle vulnerabilità nella sfera affettiva ed emozionale.             Unico modo per frenare questa epidemia, sostiene la D.ssa, ed io convengo ampliamente come da anni insisto, è un grosso lavoro di Prevenzione sia all’interno delle classi che delle famiglie.             Ovvero: –  i genitori (come gli insegnanti) devono essere informati e consapevoli di tutto ciò che accade nell’età evolutiva, l’importanza della loro presenza ed attenzione alla crescita del bimbo, del loro supporto …… – un’alimentazione sana e dieta equilibrata: niente cibi confezionati ma casalinghi, frutta e verdura e pesce no dolci… – no ai cellulari e tablet (tantomeno su pancia o sotto il cuscino)..vanno controllati e gestiti i momenti in cui li usano ricordando che il cellulare non è solo un telefono ma un computer nel quale si nascondono insidie tremende per i bambini (cyberbullismo, giochi pericolosi) – ridurre lo stress, non attivare i imbi con mille attività oltre l’orario scolastico, lasciamolo anche annoiare, stare semplicemente con qualche amichetto. Insegnamogli a gestire i mmenti di tensione e di stress…scaricare la rabbia, ecc – essere consapevoli che se i disturbi sopramenzionati esistono, da questi non si può guarire ma si può compensare con attività specifiche e strategie d’intervento ad hoc: è sufficiente intervenire velocemente.             Oltre i genitori devono essere ben consapevoli anche gli insegnanti; infatti, questi ultimi, non trasmettono solo nozioni “ma impattando sulle reti neuronali del bimbo, si impatta direttamente sulla maturazione della sua personalità”. (cit. d.ssa Lucangeli)             Questi bambini che presentano tali sintomatologie, faticano moltissimo a stare alla pari degli altri e più noi insistiamo a che tengano il passo, maggiormente si allontanano e li perdiamo.             Questa situazione che forse è sempre esistita ma non la si è mai osservata attentamente col contributo di studi anche scientifici, viene definita “pandemia silente” di disturbi del neuro-sviluppo dovuti a fattori “ambientali”.             La scuola è l’ambiente giusto, insieme alle famiglie, per forgiare la mente dei bimbi. A scuola si attingono informazioni ma anche relazioni, si imparano regole, si rimane coi pari per del tempo……             La scienza ci insegna che ciò che leggiamo, assaporiamo, percorriamo,

DONNE IN CORSA

Ottobre 2, 2020
            “Impronte…  nell’Anima” da anni indirizza la propria attività verso la ricerca di soluzioni concrete per dare risposte a disagi, anche temporanei, della nostra Comunità: la solitudine, l’ospedalizzazione, la cronicizzazione di alcune patologie, traumatizzazioni varie (tra cui maltrattamento domestico, violenza sessuale, molestie, stalking e aggressioni) al fine di poterli tramutare in opportunità di benessere.             Ad oggi ci siamo rivolti e specializzati nelle RSA, nei Centri per Disabili, in scuole materne ed elementari, all’Uo Medicina Riabilitativa e all’Ospedale dei Bambini utilizzando, a seconda delle necessità,  asini, cani o conigli.             La Mission di” Impronte nell’anima” è quella di accrescere la consapevolezza di Persone che stanno vivendo una “condizione di fragilità” circa la reale possibilità di modificare il proprio pensiero negativo (dovuto al trauma per esempio),  in uno stile di vita più positivo e propositivo fornendo loro  strumenti appropriati per poter tirar fuori “quel bambino libero o Peter Pan” che alberga in ciascuno di noi; quella piccola ma intensa emozione che per abitudine ricacciamo in un angolino condizionati come siamo dalle convenzioni sociali.             A questo proposito ci siamo chieste: chi meglio di un animale da compagnia preparato e formato col suo coadiutore/trice potrebbe supportare il nostro impegno per far emergere le emozioni positive e migliori delle persone?             Lo scambio di emozioni (nei quali non serve la parola) in un contesto cognitivo quale è quello dalla Pet Therapy (o Interventi Assistiti con Animali- IAA), è arricchente, stimolante, positivo e propositivo e costruttivo oltre che motivante al massimo ed offre dei feedback validissimi.             Pensiamo ai 500 cani utilizzati per prevenire e curare i Disturbi Post Traumatici da Stress nelle vittime delle Torri Gemelle! 85% elle persone coinvolte ne sono guarite!             I progetti vengono ideati e realizzati su misura ovvero calibrati ad hoc in base alle esigenze e alle situazioni da una Equipe Multidisciplinare (come prevedono le linee guida Nazionali vigenti dal 2015), Formati da: Responsabile di progetto (psicologa), Coadiutori di cane, gatto, coniglio ed asino, e Veterinario comportamentista.             Detto questo, per entrare nello specifico, ricordiamoci che ogni “trauma” crea una rottura nella nostra psiche tra quello che eri ieri e quello che sei oggi o che sarai domani. L’accettazione di un vissuto traumatico ed incomprensibile è sempre molto difficile. A volte servono anni per elaborarlo.             Difficile, a parole, ristabilire questa continuità e portare quella “normalizzazione emozionale ” necessaria per farlo (specie se parliamo di bambini che hanno assistito a violenze) mentre per un cane, che agisce esclusivamente sulle emozioni, è possibile tracciare quella comprensione di ciò che è normale e accettabile e di ciò che è invece aberrante aiutando a ritrovare un contatto emozionale con la realtà spaventosa vissuta e che non è normale .             In questo modo, sia donne maltrattate che i loro bimbi se ci sono, possono ottenere enormi benefici nel fisico oltre che nelle reazioni comportamentali disfunzionali.             Il cane è competente ad insegnare il significato della parola “Amore” e riavvicinare la donna maltrattata all’importanza di un abbraccio favorendo così la crescita positiva

Il RITORNO A SCUOLA DOPO LA PANDEMIA…

Settembre 7, 2020
Il RITORNO A SCUOLA DOPO LA PANDEMIA… Ritorno a scuola con tante preoccupazioni… Ritorno a scuola con incertezze, dubbi e tensioni dovute a questa emergenza sanitaria non ancora conclusa. *BUROCRAZIA             Speriamo che il Protocollo di Sicurezza siglato coi Sindacati dalla Ministra Azzolina il 6 agosto 2020, venga rispettato. Prevede infatti, una parte molto importante che riguarda tutti, sia gli alunni che i docenti ovvero il supporto psicologico a coloro che tornano a scuola dopo questo lungo periodo di stasi. Ecco che gli insegnanti e le famiglie dovrebbero osservare attentamente i comportamenti dei piccoli al fine segnalare tutti coloro che, in vari modi, mostrano segnali di stress, di  difficoltà di concentrazione, di sofferenze varie per l’isolamento vissuto ma anche segnali legati a conflittualità, ansie, rabbia non espressa… Il Presidente del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP) dr. Lazzari ha lavorato molto in seno alle Istituzioni preposte per far sì che ci fosse finalmente questa attenzione ed ha emesso una nota nella quale si parla dello “…stupore riguardo al diffondersi dei disagi psicologici che emergono in questa situazione e a tutte le età, specie in quella scolare. Ha parlato anche dello stress che occupa una parte importante  nella salute e nel benessere della popolazione”  ed aggiunge che “…..di fronte alla pandemia sembra si  debba decidere solo su base sanitaria e prendere decisioni riguardanti l’andamento del virus ma nessuna decisione o attenzione viene posta alla Persona. Insiste sul fatto che dobbiamo essere più umani giacchè tante sono le ansie e le tensioni ma nessuno che ne parli serenamente e cerchi una soluzione!” Detto questo (ovvero la parte più burocratica e tecnica), approfondiamo il ruolo che avrà lo psicologo all’interno di queste dinamiche emozionali che coinvolgeranno, in questi primi giorni di scuola, alunni ed insegnanti. Pensiamo al tumulto interiore, alle emozioni forti di ragazzini e ragazzi che dopo questa pandemia (peraltro non finita), e dopo 6 mesi, rivedono i loro compagni ed i loro insegnanti; ma pensiamo anche a tutti coloro che per la prima volta entrano a scuola (materne, elementari, medie e superiori), pensiamo al loro batticuore nel non sapere cosa li attende… Sappiamo che per tutti questi ragazzi i loro vissuti, le loro aspettative e motivazioni ad affrontare questo momento sono veicolati dai genitori, dallo stile educativo ma anche dalle esperienze pregresse…. *INSEGNANTI In questa ottica pensiamo all’importanza dell’accoglienza ma anche dalla comprensione e dal saper legittimare le emozioni che scaturiranno da questi momenti…l’attenzione che sarà loro riservata dagli insegnanti e da tutto lo staff scolastico sarà il cardine attorno al quale ruoterà l’inserimento dei ragazzi! Che responsabilità!  *GENITORI Vari studi oggi numerosi in letteratura, ci insegnano che lo stile di vita adottato da genitori maggiormente autorevoli, autorizzano a pensare che sono più consapevoli delle emozioni e dei sentimenti dei loro figli e che contribuiscono in maniera più efficace allo sviluppo della loro autonomia (fase fondamentale di crescita). Inoltre lo stile “comunicativo” e di dialogo che questa tipologia di genitori ha instaurato coi figli, è appurato che permetta di dare un rinforzo

AUTOEFFICACIA E RESILIENZA

Settembre 4, 2020
Rieccomi! In riferimento a quanto fin qui scritto circa le conseguenze del lockdown nelle varie fasce d’età, ritengo ora importante continuare con qualche riga affrontando il discorso della nostra capacità di “Autoefficacia e resilienza”. Soprattutto come trovare, dentro di noi, le abilità (skill), le risorse e le energie necessarie per potersi rialzare. Autoefficacia: “Se credo di poterlo fare, acquisirò sicuramente la capacità di farlo, anche se all’inizio non dovessi averla.” (Mahatma Gandhi) L’autoefficacia si riferisce alla percezione delle proprie possibilità di far fronte a un evento. La consapevolezza di ciò che veramente è insito in noi e quello che non lo è, ci offre l’opportunità di “leggere” in chiave realistica, ciò che dobbiamo andare a svolgere senza cadere vittime di pericolose e inutili demoralizzazioni. Bandura, studioso dell’argomento in chiave scientifica, ritiene che l’autoefficacia percepita sia un insieme di credenze che tutti possediamo rispetto alle capacità di performance (non generali ma specifiche), ed esercitano notevole influenza sugli eventi della propria vita. Personalmente ritengo che dipenda moltissimo anche dal fattore dell’autostima. L’autoefficacia comprende la capacità di non mollare a metà strada il raggiungimento di un obiettivo perchè ritenuto complesso per le mie possibilità, bensì comprende l’abilità di perseverare, lavorando per ottimizzare i propri progetti. Tale processo è attualmente conosciuto anche come resilienza. Quindi ecco che l’autoefficacia e la resilienza permettono di trovare dentro noi stessi la forza e le energie per affrontare qualsiasi evento e poterci quindi rialzare.Pensiamo alle persone coinvolte nel lokdown: tuttora c’è chi non esce volentieri di casa, chi è terrorizzato dal futuro, chi ancora non vede futuro economico per la sua famiglia venuta a meno  la fonte economica (leggi in questa ottica i suicidi avvenuti fino ad ora nel silenzio generale), chi ancora non riesce a vedersi frequentare scuole o università mantenendo mascherine e distanze di sicurezza… e potrei continuare con chi svolge ancora lo smartwork con bimbi piccoli da gestire, e cosi via. Tutte queste persone devono avere chiaro che la loro autoefficacia è l chiave di lettura per raccogliere risorse e procede nel percorso di Vita! Un’alta autoefficacia è anche basata sul concetto di cogliere le varie sfide che la Vita ti propone: ognuno è chiamato a dotarsi di strumenti nuovi, di cercare le strategie ottimali per vincerla quella sfida e sentendosi così all’altezza della situazione (aumento dell’autostima). Coloro che sviluppano e credono in questa loro capacità raggiungeranno sempre i risultati massimi. Chi crede in sè stesso (autoefficacia e autostima) pensa, agisce e affronta le sfide come stesse avendo successo mentre al contrario, chi non l’ha, si dà per perdente dall’inizio. Così sono state le telefonate ricevute: “non ci riuscirò mai”, “non ci salteremo mai più fuori”, ” i miei figli perdono l’anno scolastico e a me comporta…”, ecc. Mentre altri “finirà questo periodo”, “ne abbiamo passate tante che ne usciremo”, ecc. Quando l’autoefficacia funziona? – quando si prende coscienza appieno delle proprie potenzialità (lavoro che si fa anche in psicoterapia ad esempio) – quando ci si attiva per cercare strumenti e strategie per fronteggiale gli

LOCKDOWN E ANZIANI

Luglio 17, 2020
Purtroppo molti, troppi anziani ci hanno lasciato in questa pandemia.             Abbiamo ricevuto molte telefonate di signore rimaste vedove subendo un grosso ulteriore trauma: non aver capito che non avrebbero più rivisto il coniuge. Anziani salutati in ambulanza con fiducia e speranza di ritrovarli a breve ed in salute, invece deceduti nell’arco di qualche giorno senza poterli nè andare a trovare, nè a dare loro un ultimo saluto. Trauam su trauma dicevo ed è proprio cosi.             E pensare anche ai deceduti che non hanno capito cosa stesse loro capitando, non hanno capito perchè non potevano avere il sollievo di un caro vicino ed invece trovarsi in un posto in cui la sofferenza e le atrocità di questo virus si compivano. Sguardi, rumori, dolore che rimarrà impresso per sempre negli occhi di chi è riuscito a sopravvivere e si chiede ancora il perchè, proprio lui ce l’ha fatta.             Una dolcissima nonna ci ha chiamato che abita in grande casa di provincia ed ora senza figli e nipoti che le fanno compagnia è sola e depressa: chiede a noi, con una telefonata, di ascoltarla un poco! Il marito è in ospedale, e tutti coloro che davano un senso alla sua vita fino al giorno prima son dovuti sparire e la tristezza incombe che un altro virus che spaventa quanto il Covid.              Il nostro aiuto è legato ad assicurare che la situazione è solo temporanea e che presto tornerà ad abbracciare figli e nipoti, che questa terribile pandemia terminerà perchè colpisce tutti e a tutte le età…. insomma si fa perno sulla pazienza che occorre avere per uscirne a testa alta. Infine, il suggerimento di rivolgersi, qualora peggiorasse lo stato psicologico, al suo medico di fiducia giacchè insieme avrebbero trovato la chiave giusta per uscire da questo loop….             Altre chiamate da anziani che vivono da soli: e questa è stata un’altra grande tristezza: un conto è poter contare sul contatto col vicinato, sulla visita di un parente, un giretto nel quartiere anche solo per fare la spesa ma, un altro conto, è ritrovarsi bloccati tra le pareti domestiche e, tante volte, senza saper usare il cellulare.             Attacchi di ansia e di panico, tremori, pianti, malinconia profonda ed insonnia i sintomi maggiormente dichiarati. Aspetto i vostri commenti. Scrivetemi qui sotto e sarò lieta di rispondervi in privato.

LOCKDOWN E COPPIE

Luglio 10, 2020
Molte coppie hanno ritrovato e riscoperto valori familiari e piacere di vivere la famiglia e la coppia così come lo stare in tranquillità in casa, come mai prima.             Una casa vissuta per troppo tempo solo come dormitorio, viene ora riscoperta come “confort zone” in cui posso organizzarmi, fare cose che min piacciono, ascoltare musica o leggere… tutte cose per le quali non trovavo tempo.. tanti sforzi anche per renderla più comoda ed accogliente…cambiamenti e spostamenti di mobili concordati insieme con modifica colori pareti e cambio tendaggi…. il piacere di vivere la casa insieme!             Ma, ahimè, là dove esistevano già delle situazioni conflittuali e fragilità, le cose durtante una coabitazione forzata difficile che migliorino; infatti, molte situazioni sono precipitate. Ecco l’aumento delle violenze tra le pareti domestiche come annunciato dai centri antiviolenza di tutta Italia, con difficoltà di chiedere aiuti data la chiusura dei servizi preposti alla tutela e protezione delle vittime. Ed ancora, come annunciato da molti avvocati, l’aumento di richieste di separazioni e divorzi là dove c’erano situazioni già precarie prima del lockdown.             Non abbiamo ricevuto telefonate al riguardo ma i dati forniti alla fine del lockdown dagli organi preposti, non ci lasciano dubbi.             Importante quindi sottolineare come a fronte di fragilità che hanno fatto scatenare e precipitare situazioni di fragilità e quindi precarie, ce ne sono molte di più che hanno trasformato in risorse questo isolamento e “stop forzato” riscoprendo attitudini e piaceri dei quali non c’era mai stao il tempo materiale di mettere in pratica.             La resilienza delle persone intesa come capacità di fronteggiare un evento in termini positivi e propositivi, ha dato i suoi frutti! Aspetto i vostri commenti. Scrivetemi qui sotto e sarò lieta di rispondervi in privato.

LOCKDOWN E ADOLESCENZA

Luglio 3, 2020
Questa fascia di età ha sofferto e subìto moltissimo il lockdown: senza più regole (con la scuola e le varie attività sportive oltre che i momenti ludici), scambi sociali e relazionali, uscite coi pari quindi soli tutto il giorno, ha creato varie problematiche. La coabitazione forzata con genitori e l’isolamento hanno davvero fatto soffrire questi giovani adolescenti.             Certo che si sono  attivati con  scambi via social e chi aveva fratelli o sorelle sicuramente era in compagnia ma, se non c’erano in atto conflitti, tutto è stato sotto controllo; dove invece si riscontravano dal pre lokdown tensioni coi e tra i genitori,  la coabitazione è stata molto sofferta e pesante poichè oltre dover attivare la propria resilienza per cercare le modalità migliori per fronteggiare l’evento improvviso di isolamento forzato, c’era da gestire anche la conflittualità quotidiana.             Pensiamo anche ai conflitti esistenti o slatentizzati tra i genitori causa questa pandemia: i ragazzi costretti a rimanere in quelle 4 pareti, assorbivano tutte le tensioni aumentando il loro disagio e la loro insofferenza alla realtà.             Anche epr questa fascia di età abbiamo ricevuto molte richieste d’aiuto da parte di genitori (anche padri) che non riuscivano a capacitarsi dell’apatia o dell’irritabilità o della malinconia manifestata dal figlio/a : tanti ragazzi rifiutavano la quotidianità non  alzandosi nemmeno dal letto la mattina e rimanendoci tutto il giorno anche al buio, altri si chiudevano in camera loro e non volevano parlare  coi genitori e nemmeno uscire dalla stanza per pranzare, altri ancora litigavano e si sfogavano coi presenti….insomma realtà diverse ma che avevano un denominatore comune ovvero la difficoltà di adattarsi a questa realtà che non si sapeva nè come nè quando se ne sarebbe usciti.             C’è tuttavia da rimarcare un fatto molto importante: e cioè che in alcune situazioni i genitori stessi sono riusciti a coinvolgere il figlio in attività inconsuete come, ad esempio, montare e smontare lo scooter del ragazzo così da impararne il funzionamento e figlie che, con le madri, si dilettavano con ricette culinarie stravaganti o sfogliare insieme riviste di moda e quant’altro.             Anche qui, in alcuni casi abbiamo invitato i genitori a telefonare al medico di fiducia per comprendere se con l’aiuto di un farmaco si poteva aiutare la situazione prima che precipitasse in forme depressive o altro…             Ed anche qui, comunque, con genitori preoccupati per il futuro, magari col lavoro a casa in smart working che li impegnava molto per cui, divisi tra la gestione dei figli e tutte queste preoccupazioni ed ansie la vita era davvero difficile ed impegnativa. Moltissimi genitori, a mio parere, hanno fatto un grande lavoro di “ricucire rapporti e relazioni” coi figli adolescenti giacchè prima non si vedevano nè si incontravano quasi mai ed ora invece ecco l’occasione per riscoprire i veri valori familiari.             Di certo e come già più volte sottolineato, da questa situazione traumatica sicuramente ne usciremo ma non saremo proprio più quelli di prima! Aspetto i vostri commenti. Scrivetemi qui sotto e sarò lieta di rispondervi in

Effetti del lockdown nei bambini da 1 a 5 anni

Giugno 26, 2020
Da un giorno all’altro i piccoli si sono ritrovati chiusi in casa e per oltre due mesi e mezzo: non più il parco con gli amichetti, non più il nido per chi lo stava frequentando o la scuola materna con tutte le abitudini consolidate, le tate e i pari, non più gli amati nonni coi quali magari erano cresciuti… insomma il loro Mondo costruito su certezze e serenità è stato stravolto completamente!             Si sono ritrovati in casa ad assorbire le tensioni e le ansie del momento particolare, le preoccupazioni di mamma e papà, magari in piccoli appartamenti con pochi spazi per lo svago, le corse… senza poter uscire. Fortunati chi aveva un cortile, un giardino, un terrazzo, un animale o un fratellino /sorellina coi quali continuare a giocare! Ma non tutti avevano questa possibilità.             Da questa situazione modificata in brevissimo tempo senza la possibilità di potersi “preparare ed organizzare”, molti bimbi hanno accusato disturbi nel sonno, regressione del controllo sfinterico (sia diurno che notturno), molta irritabilità (“lamento facile” come raccontavano le mamme), ma anche scatti d’ira e di ansia, malumori, malessere generale.             Molto dipendeva da come i genitori affrontavano loro stessi questo isolamento forzato: coabitazione forzata serena o magari conflittuale col coniuge, impegni di lavoro in smart working che non lasciava tempo da dedicare al/ai piccoli di casa, o ancora l’insofferenza o meno di trovare quel famoso Equilibrio di cui si è parlato in premessa.             Ecco che, se i genitori sono riusciti ad essere e vivere serenamente questo periodo anche i più piccoli hanno assorbito tranquillità attivando la loro resilienza ad affrontare la difficoltà ma, al contrario, se si sono innescati forti conflitti tra le pareti domestiche (magari preesistenti), i piccoli hanno assorbito tali ansie manifestando disturbi e disagi vari.             Intendo sottolineare il gravoso ed impegnatissimo compito di tutti i genitori che in questa difficile fase hanno messo in atto tutte le strategie possibili per far stare al meglio i loro piccoli anche se la preoccupazione del non sapere “quando e come” sarebbe finito tale periodo innescava ansie tremende; infatti, specie per chi non aveva un lavoro a tempo indeterminato le ansie di perderlo accresceva a dismisura la preoccupazione e l’ansia aumentava. Riuscirò a pagare il mutuo? o le rate dell’auto? e le tasse come le pagherò se non sto lavorando? Lascio la mia casa in affitto e torno da mia madre che risparmiamo…e cosi via! LOCKDOWN E BIMBI DI SCUOLA ELEMENTARE             Si sono trovati a vivere una realtà completamente stravolta: dai banchi di scuola, motivati ed entusiasti ad andare col loro zainetto da amici e maestre, ai giochi all’aperto, alle regole di convivenza che stavano apprendendo, ad insegnamenti vis a vis ad una realtà completamente nuova (da vivere tutto il giorno) che è quella della loro casa, della loro cameretta, del loro appartamento da vivere solo/a coi genitori (se non ci sono fratellini).             Da un certo punto di vista sono stati più avvantaggiati rispetto ai loro amici più piccoli poichè hanno potuto

Effetti del lockdown.

Giugno 19, 2020
Quali effetti ha avuto questo lockdown su bimbi, adolescenti, anziani e coppie?             La domanda che ci siamo posti e che ha condotto tutto il nostro operato è stata:             La pandemia che ci ha colpito ha obbligato le persone ad un periodo di due mesi e mezzo in isolamento nella propria casa. Questo ci ha costretti a coabitare con persone che fino al giorno prima si incrociavano forse per i pasti e costretti ad elaborare nuove modalità del vivere la nostra quotidianità oltre che la nostra socialità.             Le scuole hanno  sostituito la didattica dal vivo a quella online obbligando gli studenti di ogni età (dai nidi, alle medie e all’università), ad isolarsi dai pari con le proprie famiglie in una sorta appunto di coabitazione forzata e spesso in piccoli appartamenti senza spazi per “respirare”.             Per fortuna i social (videochiamate, skype, play station, ecc) sono venuti in aiuto e si è radicata, una sorta di “società virtuale” che ha dovuto sopperire alla mancanza dei contatti diretti.          Sono infatti comparse nuove tecnologie per comunicare, abbiamo imparato ad usarne altre, gli anziani stessi che non ne volevano sapere di videochiamate o sms si sono adeguati ed usato questi mezzi tecnologici pur di rimanere in contatto coi nipoti, figli ed amici.             Torneremo di sicuro ad una “normalità” ma che non sarà più quella di prima come chi subisce un “trauma” ed elaborandolo e normalizzando lo stato emotivo lo supera ma non sarà più quello di prima!!! E questa pandemia è stata un “trauma” per tantissime persone!             Ecco che come Responsabile dell’Equipe Psicosociale per le Emergenze del NIP di Protezione Civile, ho pensato di organizzare dalla fine di febbraio ad oggi insieme ad  un team di 8 (otto) psicologi dell’emergenza ed una assistente sociale, formata all’uopo, una sorta di sportello d’ascolto allo scopo di “fornire un supporto psicologico alle telefonate  ricevute da persone della nostra Comunità e dai soccorritori stessi che stavano vivendo un momento di forte disagio emozionale” a causa del Covid .             Abbiamo così ricevuto circa 250 telefonate in poco più di tre mesi provenienti dalla città ma anche dalla provincia, abbiamo rilasciato interviste a TV Parma e TV NEWS 24, articoli per i quotidiani locali ed online per informare le persone di quello che stava succedendo dal punto di vista psiclogico-emotivo, oltre a mantenere aggiornata una pagina FB creata ad hoc.             A corredo delle telefonate abbiamo elaborato un questionario d’indagine allo scopo di rilevare problematiche, dubbi o disagi e poter così “prevenire eventuali stati di burnout e disturbi post-traumatici tra il personale di soccorso”. Abbiamo raccolto oltre 100 questionari compilati, rilevate le necessità ed ora stiamo organizzando gli incontri specifici a seconda degli argomenti segnalati: comunicazione coi familiari delle vittime, gestione dello stress e della tensione emotiva, rapporti tra le associazioni e altri.             Nelle prossime pagine tutto ciò che troverete scritto è frutto di quel che abbiamo ascoltato dalle persone in questi mesi che chiedevano un supporto, un aiuto allo scopo di ritrovare

INTERVISTA SULLA PSICOLOGIA DELLO SPORT

Maggio 21, 2020
L’esperienza che dura da 20 anni per una passione legata ad un brevetto di volo. Scopri come lo sport può migliorare le nostre esperienze di vita aumentando le nostre potenzialità. https://youtu.be/tKLtQBQanDQ

A RIVA CON LA MACHINA

Settembre 27, 2019
In collaborazione con la Protezione Civile 1569423574224_0 brochure A Riva 2019 Baby A RIVA

Psicologia dello SPORT 

Giugno 1, 2019
Partirà una collaborazione come Psicologia dello SPORT: dibattiti, seminari ed incontri coi genitori degli under 16 del Gattatico club (affiliato al Parma) per dare un “Calcio alla Violenza”. Approfondimenti e dettagli a breve su questo sito.

C.R.I. Operatori Del Sorriso

Maggio 8, 2019
Continua mensilmente l’appuntamento con gli amici di C.R.I. Operatori Del Sorriso: anche qui condivisioni sulle tante attività da loro svolte ogni week end in Case di Riposo ma anche in Astanteria Pediatrica, nelle piazze, ecc

Magìe degli asinelli coi bambini Speciali

Aprile 26, 2019
Rieccoci in pediatria con Maurizio e Giannetta gli asinelli di Elisa Lorenzani che da tempo vengono a far compagnia ai bambini ricoverati….venite a trovarci e vedrete le Magìe degli asinelli coi bambini Speciali! Per approfondimenti, foto, disegni e altro consultate la pagina FB di “Impronte nell’anima”

Spazio-Ascolto: debriefing

Aprile 17, 2019
Avrà inizio un nuovo percorso di “Spazio-Ascolto: debriefing, confronti e condivisioni su situazioni di disagio nelle criticità operative” che vedrà impegnato mensilmente tutto il personale del Pronto Soccorso di Parma. Si parlerà dei casi più difficili da gestire come utenti, ci si confronterà sulle   conflittualità interne ma anche e soprattutto su come viviamo noi questo momento difficile di gestione sofferenze altrui

La Prevenzione e la Protezione

Aprile 12, 2019
Alle h.18 nella palestra di Arti Marziali di via Zerbini , ci sarà una conferenza sulla psicologia dell’Emergenza: la Previsione, la Percezione del rischio, la Prevenzione e la Protezione…..come allenare queste facoltà? Come avere le giuste informazioni per prevenire fatti gravi come quelli che si sentono quotidianamente dai mass media????? Se curiosi di saperlo…venite…vi aspettiamo!!!!!

Sicurezza e Autoprotezione personale 2019

Aprile 11, 2019
Ripartono i Corsi alla “Sicurezza e all’Autoprotezione personale” per i ragazzi di Felino dai 7 ai 16 anni. Si lavorerà , come sempre, sulle Emozioni, sul come riconoscerle e soprattutto sul come gestirle. Quest’anno avremo un Maestro d’eccellenza la mitica Sally con la sua padroncina Kikka!!!! Sarà un’esperienza unica il “vedere” come si possano riconoscere Emozioni quali:  Empatia , Paura, Rabbia, Tristezza, ecc.  attraverso il comportamento (NON VERBALE) dei nostri amici a 4 zampe (lezione di pet therapy). E noi, siamo forse diversi???

E se succedesse a me? Percorso per imparare a fronteggiare le Emergenze

Aprile 5, 2019
E’ ripartito anche il corso :”E se succedesse a me? Percorso per imparare a fronteggiare le Emergenze”. Gli anni scorsi col personale del Pronto Soccorso e quest’anno anche col personale dell’Astanteria Pediatrica … spunti, riflessioni, braistorming ma anche tanti confronti sul nostro “modo di operare” nelle difficoltà con utenti difficili e, a volte, pericolosi! Corso stimolante e molto motivante per comprendere come l’azienda Ospedaliera tenga ai suoi dipendenti fornendo loro strumenti e strategie di tutela “psicologica”. Il termine previsto a fine 2019

Primavera… con gli amici a 4 zampe

Marzo 26, 2019
Partito a Sissa Trecasali  il Progetto “Primavera… con glia mici a 4 zampe” per rasserenare e portare sorrisi agli anziani della RSA Don Prandocchi Cavalli. Per approfondire  ciò che viene svolto collegatevi con la pagina FB di “Impronte… nell’anima”. King e Ghia terranno compagnia ai nostri amici per un paio di mesi. Progetto attivato grazie al supporto economico di ASP Fidenza e Cariparma.

CONTRASTO E PREVENZIONE DEI FENOMENI DI BULLISMO E CYBERBULLISMO

Aprile 19, 2018
“Sconfiggiamo il bullismo”: Busseto e Istituto Comprensivo insieme per un unico obiettivo. “Sconfiggiamo il bullismo”: Busseto e Istituto Comprensivo insieme per un unico obiettivo

Contrasto e Prevenzione dei Fenomeni di Bullismo e Cyberbullismo

Marzo 12, 2018
Venerdì 9 marzo alle ore 10,00 all’Istituto Comprensivo di Busseto prenderà avvio il Progetto “Contrasto e Prevenzione dei fenomeni di Bullismo e Cyberbullismo”. Gli incontri saranno tenuti dalla dottoressa Marta Viappiani psicologa, psicoterapeuta e formatrice nell’ambito della Psicologia dell’emergenza, in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri che parteciperà agli appuntamenti. Promosso dall’assessore Elisa Guareschi del Comune di Busseto, il progetto si rivolge a docenti e genitori e prevede incontri di formazione e momenti di confronto nonché di condivisione. Gli atti di bullismo e cyberbullismo seguono spesso logiche sotterranee. Riconoscere e gestire in modo incisivo e risolutivo gli episodi traumatici significa prevenire conseguenze gravi e problematiche. Intervenire tempestivamente, con l’aiuto di figure professionali esperte, può davvero risolvere i conflitti e il disagio in maniera efficace.

SICUREZZA E DIFESA PERSONALE

Marzo 15, 2017
4/4/2017  alle 17.30 incontro di presentazione al corso aperto alla cittadinanza presso Palestra Solari Felino Si tratta di un incontro di presentazione al Corso per ragazzi da 8 a 14 anni. Si proporranno ai ragazzi/e che intervengono al Corso, approfondimenti su : come non diventare VITTIME, come vivere lo stato di PAURA che è una nostra amica ed alleata, tante strategie per essere meno vulnerabili, come gestire piccoli conflitti e tanto altro ancora..

SICUREZZA E DIFESA PERSONALE

Marzo 15, 2017
SICUREZZA E DIFESA PERSONALE: PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA 6/4/2017 parte il 1° Corso di Difesa Personale a Felino aperto a tutti gli interessati: donne, uomini, adolescenti, ecc… IL Comune di Felino ha organizzato il 1° Corso di Sicurezza Personale e la Gazzetta ne ha già dato notizia. IL Comune di Felino col Dr Claudio Valla ha sempre dimostrato molta sensibilità al problema della sicurezza e della difesa personale. Non si può prescindere infatti dall’informare le persone sulla percezione del rischio, sul pericolo di aggressioni esterne o altri disagi che accadono al giorno d’oggi. la Psicologia dell’emergenza unitamente al Maestro Bisaschi che mostrerà i comportamenti da eseguire per evitare di trovarsi nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, sembrano ad oggi un ottimo binomio per far comprendere bene il problema al cittadino.

VIOLENZA ALLE DONNE

Marzo 15, 2017
Lyons club Montechiarugolo  19.3.2017  incontro a Beneceto indetto dal Lyons club La d.ssa Viappiani è stata invitata insieme alla presidente del centroantiviolenza a presenziare ad una serata di sensibilizzazione contro la violenza a donne e minori. Questo mese di Marzo è stato battezzato mese contro  la violenza a donne e minori. Molto importante quindi l’opera di sensibilizzazione da parte di chi da sempre si occupa del problema come il centro antiviolenza e appunto la d.ssa Viappiani.  Durante la serata, aperta a tutti (sufficiente prenotazione), verrà distribuito ai presenti un opuscolo realizzato interamente dalla d.ssa Viappiani con lo scopo di avere tutte le info necessarie  per riconoscere sul nascere ogni forma di violenza, ed anche per fornire tutti i numeri telefonici in caso d’emergenza  oltre che il link con il quale scaricare una APP per android per le fasce deboli (bambini ed anziani) . Di questa APP trovate le informazioni sul mio sito.

IMPRONTE NELL’ANIMA

Marzo 14, 2017
IMPRONTE NELL’ANIMA: Presentazione nuovi Progetti di Pet therapy del 2017 12.3.2017 incontro nel modulo Eco di p.le della Pace Siamo state invitate a presentare i nostri nuovi progetti nel modulo Eco sito in P.le della Pace Abbiamo accettato ben volentieri l’invito dell’arch. Francesco Fulvi ideatore del modulo. I nostri progetti procedono alla grande con convenzioni con l’USL e richieste da parte di ConFido Viadana oltre che di cooperative della città. E’ un momento molto piacevole anche per noi l’obiettivo principale è trasmettere il senso del rispetto e della “cura dell’altro” sia esso animale o umano.  Questi progetti aiutano proprio a comprendere quanto l’amico a 4 zampe “curi la nostra anima” con la sua presenza, la sua allegria, i suoi giochi…

E se succede a me?

Febbraio 10, 2017
Splendido, arricchente  e produttivo il Corso tenuto al PS nell’autunno scorso. Si replica con tutti gli operatori che non hanno potuto partecipare. Le nozioni di “percezione del rischio”, “prevenzione”, “protezione” sono state ampliamente recepite dall’intero staff che ha partecipato, tant’è che tra poco si riparte con coloro che per motivi di turni non hanno potuto partecipare…

“Cittarcobaleno2” 2017

Febbraio 7, 2017
Ripartito il progetto con la LILT sez di Parma. Come responsabile del Progetto, ho inserito nel team: Viappiani, Bisaschi, Arsenio e Fecci, ancora la Polizia Stradale. Più Istituti della città ci hano contattato per procedere col  Progetto anche quest’anno. La novità assoluta è che in un paio di Istituti ci hanno chiesto non solo di intervenire con gli insegnanti attaverso qualche incontro chiarificatore e di approfondimento anche coi genitori. Questo per noi è estremamente importante perchè un albero senza rami non vive cosi come un progetto cosi importante per la prevenzione da uso di alcool e sostanze non potrebbe sopravvivere senza l’aiuto, il sostegno ed il supporto dei Docenti e dei genitori. (leggete su Internet al proposito l’esperienza fantastica svolta in Islanda con recupero totale di chi abusava di queste sostanze)

Psicologia dello Sport

Gennaio 29, 2017
Al Tiro a Segno di Reggio Emilia rappresentanti di Reggio e Mantova: sedie tutte occupate da giovani e meno giovani accomunati dalla stessa passione del tiro con pistola e carabina. Mai mi sarei aspettata dei giovanissimi fare tante domande sul Mental Training… interessati e curiosi hanno ascoltato ed interagito per 4 ore senza dare segnali di stanchezza o noia. Ecco un feed back ricevuto dalla loro referente sull’andamento della mattinata: “Stamani nel poligono a 10mt, formazione sulla Motivazione nel Tiro a Segno. Un grazie particolare ai relatori del corso Dr.ssa Marta Viappiani e Nino Rolli: gli esempi del mental training uniti agli aspetti tecnici hanno fornito ulteriori strumenti per atleti e allenatori. Grazie a tutti DP”

Presentazione libro a Pistoia

Dicembre 19, 2016
A Palazzo Marino.. splendida cornice  per la presentazione del libro.. – Dott. Angelo Ciuni, prefetto – Elena Becheri, assessore cultura – Rossella Baldecchi, artista – Mariarita Schivo, presidente FIDAPA Pistoia – Augusto Iossa Fasano, psichiatra e psicoterapeuta – Giovanna Sottosanti, presidente dell’associazione 365giornialfemminile Onlus – Federico Bonechi, responsabile ufficio emergenza regionale Misericordie della Toscana Erano presenti una quarantina di persone tra  le quali: Presidente delle Misericordie Toscana- Prefetto di Pistoia- Assessore alla Cultura del Comune di Pistoia. Ho pensato, vista la loro importante presenza che, per il libro cosi denso di esperienze e testimonianze, fosse importante regalare una copia alla Biblioteca di Pistoia; spero, in questo modo, che si diffonda la curiosità della psicologia dell’Emergenza… e così ho consegnato copia all’Assessore alla Cultura che tanto mi ha ringraziato poiche proprio non se lo aspettava!!!

Psicologia dello sport: Seminario

Dicembre 5, 2016
il 18 dicembre presso Tirassegno Reggio Emilia “La motivazione nel Tiro a Segno: stimolarla, gestirla, allenarla” La Psicologia dello Sport ha fatto molti passi avanti i questi ultimi anni: in Italia è nata il gruppo di PdS- Psicologi dello Sport- (www.psicologidellosport.it) con l’obiettivo di  di raggiungere non il protagonismo bensi il benessere psico-fisico degli atleti:  non è il conseguimento di vittorie ma la consapevolezza che  un atleta sano, dalla mente preparata e allenata, performa meglio di un atleta che sviluppa esclusivamente  aspetti tecnici e fisici della sua disciplina. Ecco il mio ruolo in questa importante giornata di full immersion sul Mental Training.

App – SOS pronta emergenza

Dicembre 5, 2016
La puoi scaricare direttamente dal Google® play store. Clicca sul logo qui sotto… Lo scopo della App è quella di avere sempre a portata di mano i numeri di emergenza (di soccorso, delle forze dell’ordine, disagi ambientali e violenza a donne e minori).Inoltre vi è la possibilità di aggiungere uno o piu ICE (In Case of Emergency) in modo  che forze del’ordine o Vigili del Fuoco o chi interviene in incidenti o altro, possano, trovando i cellulari, trovare in breve tempo familiari o chi è segnato e che puo intervenire..

“Psicologia dell’emergenza. Uno sguardo d’insieme”

Dicembre 5, 2016
Il 30 u.s. si è tenuta la presentazione del libro. “PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA. UNO SGUARDO D’INSIEME” Tanta gente ..tanti colori.. tanta curiosità e tante domande. La bravissima Francesca Strozzi ha presentato nei particolari le attività di Marta Viappiani e Andrea Bisaschi (che ha scritto un capitolo del libro)… E’ stato proiettato  anche un video che racchiudeva interventi della Viappiani sia in situazioni di Emergenza (Aquila 2009 e Sisma Emilia 2012) con la Prot. civile sia in debriefing coi soccorritori-coordinatori della Regione Emilia Romagna, intervenuti nei terremoti. Erano presenti una ottantina di persone  ..i libri sono andati a ruba e per chi ne volesse prego mi contatti via mail (info@martaviappiani.it) . La serata si è conclusa con un aperitivo preparato dalla Beccheria!!! Grazie a tutti!!!  Prossima presentazione a PISTOIA IL 16 C.M.

“Psicologia dell’emergenza. Uno sguardo d’insieme”

Ottobre 28, 2016
Marta Viappiani presenta “PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA. UNO SGUARDO D’INSIEME” Relazionerà con l’autrice il maestro:  Andrea Bisaschi moderatrice e giornalista di TV Parma: Francesca Strozzi  Mercoledì 30 novembre Ore 18:00 Sala riunioni di via Bizzozzero, 19 – Parma leggi di più su Repubblica.it La puoi scaricare direttamente dal Google® play store.

Trasforma il panico in passione

Ottobre 25, 2016
“Trasforma il PANICO in PASSIONE” dal 29 Ottobre 2016 ore 17.00 Si parla molto di attacchi di panico come disagi che non permettono uno stile di vita sereno…parliamone. Anisa e panico ..manifestazioni del meccanismo fisiologico di attacco/fuga.. con studi e ricerche si e’ appurato che non e’ il meccanismo ad essere “difettoso” ma…. il nostro modo di “gestirlo” e la passione??? cosa centra? partecipate all’incontro e lo scoprirete!!!

Corso Autodifesa PSICOLOGICA

Ottobre 24, 2016
“Corso di AUTODIFESA PSICOLOGICA VERBALE e PARAVERBALE” 26 Ottobre 2016 relatori, Viappiani Marta e Andrea Bisaschi 5 incontri in palestra per apprendere l’importanza della Previsione, Prevenzione, Percezione del rischio e Gestione delle emozioni /conflitti

Corso di sicurezza personale

Ottobre 20, 2016
“Corso di AUTODIFESA PSICOLOGICA e SICUREZZA PERSONALE” dal 22 Ottobre 2016 al 26 novembre 2016 6 incontri al mese per imparare a difendersi.

E se succedesse a me?

Ottobre 17, 2016
“SAPERE, SAPER FARE E SAPERE ESSERE……” dal 17 Ottobre 2016 al 25 novembre 2016 Formazione al personale medico, infermieristico dall’Azienda Ospedaliera di Parma Cerchiamo di conoscere il nostro Mondo Emotivo: Le emozioni…queste sconosciute!” Da qui, impariamo a Gestire le situazioni di emergenza dominando il panico, prevenendo i comportamenti aggressivi, inadeguati e dannosi agendo nel rispetto dei ruoli assegnati. Verranno date informazioni sulle più importanti tecniche e comportamenti personali e di gruppo più efficaci in base ai ruoli che si devono svolgere; Aumentarà quindi la motivazione, l’autostima e la sicurezza del personale sanitario attraverso questo percorso che porta all’acquisizione di conoscenze, competenze ed abilità di reazione (sia verbali che comportamentali/fisiche) e che consentirà di svolgere il “ruolo” ben definito e riconosciuto da svolgere nelle situazioni di “difesa del territorio e dei pazienti” all’interno dell’Azienda ospedaliera; Verrà avorita la giusta percezione del rischio, aiutando il personale tutto a non sottovalutare o sopravvalutare rischi e pericoli.

LILT: dipendenze e prevenzione…

Ottobre 12, 2016
Parte il progetto “stili di vita, dipendenze e prevenzione….” data 12 ottobre 2016 Presentazione progetto alla presenza del Provveditore I docenti, a coppie (Viappiani-Bisaschi) – (Fecci-Arsenio) entreranno nelle scuole che ne fanno richiesta per parlare coi giovani dei danni causati dall’abuso di sostanze, fumo e alcolici e soprattutto si parlera della “dipendenza psicologica” all’uso/abuso di queste sostanze. I nostri giovani devono perseguire i loro sogni e conoscere le loro emozioni: l’uso di queste sostanze non permette loro nè di realizzare i loro progetti di vita nè di giungere a conoscersi per poter imparare a gestire le proprie emozioni (paura, dolore, frustrazione, ecc). Ciliegina sulla torta  per questo anno scolastico sarà entrare nei collegi docenti a sensibilizzare tutta la componente insegnanti e, a cascata, far avere tutte le informazioni necessarie ai genitori. Importante infatti il lavoro di squadra sui ragazzi che nè solo la scuola, nè solo la lilt potrebbe svolgere; insieme invece si otterranno ottimi risultati. . .

nuovo progetto “CITTARCOBALENO”

Settembre 8, 2016
 Incontro con gli insegnanti degli istituti secondari superiori di Parma e provincia per la presentazione del progetto  STILI DI VITA, DIPENDENZE E PREVENZIONE Anno Scolastico 2016/2017   15 settembre 2016 – ore 15.00  Presso la sala Borri  Ufficio Scolastico di Parma  Viale Martiri della Libertà 15 (Palazzo Giordani)  Parma  Interverranno: Dott. Maurizio Bocedi Dirigente dell’Ambito Territoriale Scolastico di Parma e Piacenza Prof. Enzo Molina Presidente di LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) – Sezione Provinciale di Parma Dott.ssa Marta Viappiani, Psicologa e Psicoterapeuta La dipendenza psicologica  Dott. Luigi Fecci, specialista in malattie dell’apparato respiratorio I danni fisici causati da fumo, alcol e droghe  Prof. Leone Arsenio, specialista in Endocrinologia e Malattie del ricambio Alimentazione, dieta, salute ed evoluzione dell’uomo: siamo quello che mangiamo?  Dott. Andrea Bisaschi, istruttore di difesa personale Educazione alla sicurezza e difesa personale . STILI DI VITA, DIPENDENZE E PREVENZIONE – Anno Scolastico 2016/2017  La prevenzione primaria consiste nell’individuazione dei fattori di rischio che possono generare l’insorgenza della malattia e nella loro riduzione o eliminazione. Fumo, alcol, scorretta alimentazione, sedentarietà, eccesso di peso corporeo, errata esposizione alle radiazioni ultraviolette (raggi solari, lampade abbronzanti), sono elementi di rischio noti per molti tumori e per gravi malattie, su cui ciascuno di noi può intervenire, adottando stili di vita salutari. La prevenzione primaria si attua attraverso l’educazione sanitaria e una corretta informazione. La prevenzione comincia da noi, abbiamo sempre la possibilità di scegliere il nostro stile di vita e regalarci salute! Dobbiamo insegnare ai nostri giovani ad aver cura del proprio corpo, non solo perché sia bello ma soprattutto sano oltre che del proprio animo imparando a “star sempre meglio” svolgendo attività non dannose per sé stessi e gli altri. L’obiettivo del nostro Progetto è quello di far sì che attraverso l’informazione, la conoscenza e l’offerta di idonei strumenti formativi, venga favorita la cultura del benessere psico-fisico all’interno anche delle famiglie con le quali i giovani si confrontano. La LILT già da molti anni si prodiga coi suoi volontari ad informare/educare i giovani delle scuole in città e provincia, sui danni causati dall’uso di sostanze nocive (fumo, alcool, stupefacenti), in quanto precursori di patologie fisiche gravissime, quali i tumori, ma non solo. Per il prossimo anno scolastico è nostra intenzione allargare il discorso anche ad altri aspetti della prevenzione primaria (abitudini e stili di vita). Per ogni classe saranno previsti 2 incontri fissi. Per il primo incontro saranno previsti 2 moduli: uno della Dott.ssa Marta Viappiani, psicologa e psicoterapeuta, e uno del Dott. Luigi Fecci, medico specialista in malattie dell’apparato respiratorio, che tratteranno rispettivamente della dipendenza psicologica e dei danni fisici causati da fumo, alcol e droghe.  Durante il secondo incontro saranno previsti altri 2 moduli: il primo sarà tenuto dal Prof. Leone Arsenio, medico specialista in diabetologia e malattie del ricambio, e tratterà del rapporto fra alimentazione e salute per una corretta prevenzione primaria; il secondo modulo sarà verterà invece sull’educazione alla sicurezza e difesa personale e sarà tenuto dall’istruttore di arti marziali e difesa personale

2a FASE “DALLA CODA..AL CUORE”

Settembre 5, 2016
sorrisi, curiosità, serenità, entusiasmo… . Questi gli ingredienti principali che hanno caratterizzato i nostri utenti: il parco cane è composto da un cane lupo -connie, due meticci ettore e tom, un dogo argentino wilma, tre bassotti mia, nina e tapioca, fly – border collie . Il progetto individualizzato a seconda delle patologie degli utenti, ha permesso loro di vedere qualche piccolo migliormaento legato alla loro patologia. questo progetto di a.a.a. è condotto dal nostro coadiutore di animali con i padroni dei cani stessi. . All’interno del centro disabili c’è la responsabile della struttura e la psicologa come responsbile del progetto. Dire che questa equipe multidisciplinare, come richiesto dalle linee guida del centro di referenze nazionale, è acompleto. . . Guarda la gallery su Facebook..  

Sisma: a Parma l’Equipe psicosociale per le emergenze

Settembre 2, 2016
Il gruppo della Protezione civile gestisce una pagina Facebook per aiutare la cittadinanza a gestire le emozioni dopo il terremoto del Centro Italia. Attivato sportello di ascolto per i soccorritori che rientrano dalle zone colpite. . Paura, dolore, commozione. E soprattutto la necessità di fare qualcosa per aiutare, di non rimanere impotenti di fronte a una tragedia immane che fa sentire tutti piccoli e fragili. Ha colpito duramente anche Parma e il parmense l’ondata emotiva per il terremoto del Centro Italia. In attesa di recarsi in un secondo tempo sul posto per portare supporto alle vittime del sisma, l’Equipe Psicosociale per le Emergenze-Nip della Protezione civile di Parma sta lavorando per dare ascolto alla cittadinanza e per aiutarla a controllare emozioni e azioni, in modo da non disperdere aiuti e incanalarli verso le necessità delle popolazioni colpite. “Come sempre accade dopo questi eventi tutti vorrebbero nel loro piccolo sentirsi utili e mandare prodotti, materiali, biancheria alle zone terremotate – spiega la dottoressa Marta Viappiani, responsabile dell’Equipe – a questo scopo l’Epe ha raccolto gli appelli a non farlo da parte della Protezione civile, perché le priorità per ora sono altre e c’è tutto il necessario. Fino al momento in cui sarà richiesto, il materiale può essere eventualmente assemblato in un unico spazio per rendere veloce il recupero. Inviarlo adesso autonomamente significherebbe sprecarlo lasciandolo in strada, perché mancano i box di stoccaggio”.L’Equipe ha anche aperto una pagina Facebook “Psicologia dell’Emergenza: Terremoto centro Italia 2016” in cui si trovano tutte queste informazioni. E’ stato messo a disposizione un numero di cellulare di un membro per rispondere alle tante domande dei cittadini. La pagina è aperta anche alla condivisione delle esperienze dei soccorritori al rientro dalle zone del sisma. Infine, per tutti i volontari che rientrano dalle zone terremotate è stato reso operativo uno “Sportello d’ascolto”: “Può rivolgersi a noi chi ha bisogno di uno sfogo, di un confronto, di una condivisione – spiega la psicoterapeuta – al momento stanno fioccando le richieste. Pensiamo di avere aperto una finestra di supporto psicosociale alla cittadinanza che, come sappiamo, è indirettamente coinvolta nel disastro e quindi a rischio di traumatizzazione vicaria”. . Visualizza articolo..

Protezione Civile

Giugno 21, 2016
si è svolta il 18 maggio scorso una importante esercitazione a Collecchio organizzata da Protezione Civile della Pedemontana. Si è svolta in due momenti diversi: • il primo con l’evacuazione della Casa di Riposo di Collecchio: l’EPE è intervenuta a tranquillizzare sia una operatrice colta da attacco di panico sia un’anziana che si era molto spaventata; • il secondo con esercitazioni per le scuole elementari e medie simulando ricerca persone scomparse coi gruppi cinofili e spegnimento incendio. L’EPE era con persona scomparsa e trattamento della stessa.  

Sicurezza Personale

Giugno 21, 2016
A Maggio si sono conclusi anche i Corsi di Sicurezza Personale all’UDU. ..insieme al corso “Come essere protagonisti della propria vita lavorativa” rivolto ai dipendenti dell’Università ed organizzato dal CUG. Per entrambi tanta è stata la soddisfazione e la voglia di proseguire nella significativa esperienza anche il prossimo anno.      

Cittarcobaleno

Giugno 21, 2016
Si è concluso il Progetto Cittarcobaleno 2015/2016. Anche questo anno scolastico ha coinvolto circa 1400 ragazzi delle scuole Superiori della città e della Provincia. Il 31.5.2016 sono stati invitati alcuni rappresentanti delle scuole coinvolte  alla Tavola Rotonda organizzata in occasione della “Giornata Mondiale contro il tabacco” insieme a Medici e noti atleti del mondo dello sport. La dott.ssa Viappiani, Coordinatrice dell’intero Progetto, ha presentato i risultati dei questionari compilati dai ragazzi che miravano a cogliere quanto i giovani avevano appreso dalle lezioni svolte (dipendenze psicologiche, sicurezza personale ed aumento autostima, danni organici da fumo e altro, alimentazione corretta, ecc). Insieme al Presidente della Lega Lotta Contro i Tumori Prof Molina, la dott.ssa Viappiani ha invitato i Docenti ad esprimersi sui risultati dei questionari. Hanno poi parlato atleti e testimonial di Corsi di disassuefazione dal fumo di Aziende per supportare l’idea nei ragazzi che il benessere ed un sano stile di vita permettono la realizzazione dei sogni di una vita!!!

Sapersi proteggere…

Febbraio 1, 2016
    I prossimi Corsi partirannno a primavera e si protrarranno fino all’estate : A) con dipendenti Azienda USL (con approfondimenti sulla problematica del “Mobbing) e B) con le giovanissime Universitarie dell’UDU presso PALESTRA “XAOS” • Via Giovenale, 4 – Parma Nella nostra cultura di appartenenza, l’ordine pubblico e il contenimento della microcriminalità, sono delegati alle forze dell’ordine. Recentemente, tuttavia, si sta assistendo ad una involuzione dei fatti, ovvero ad un aumento esponenziale della criminalità al quale però non è stato associato un relativo incremento delle unità nelle forze dell’ordine. Tali circostanze portano il cittadino a dover provvedere alla “cura di sé stesso”, attraverso l’apprendimento di minime competenze di autoprotezione. Verranno proposti incontri con cadenza settimanale, di circa un’oretta e mezzo ciascuno, che si svolgeranno in un’accogliente palestra, saranno proposti video, slide, prove pratiche, brain storming e giochi di ruolo nei quali i partecipanti, divertendosi, apprenderanno ad avere maggiore fiducia in sé stessi e quindi a “volersi più bene”. L’idea di dedicare a sé stessi ed alla propria tutela un po’ di tempo al giorno, porterà un aumento del senso di autoefficacia relativamente alle capacità apprese; i soggetti si impadroniranno di informazioni e consapevolezze utili al fine di sapersi proteggere al meglio ed evitare la “paura della paura stessa”!!! Provare per credere!