
In questa emergenza sanitaria nella quale, come scrivo spesso, non può non esserci anche quella psicologica, le persone sono in forte disagio emotivo. Stati d’ansia e di incertezza per il loro futuro e quello dei figli, attacchi di panico ed insonnie sono all’ordine del giorno senza considerare che per molti vi è anche lo stress dello smart working. Le continue circolari che modificano quelle precedenti sui comportamenti che dobbiamo attivare, la martellante colpevolizzazione dei cittadini sui quali è stata scaricata la responsabilità del dilagare del virus, l’irrompere di varie fake news…il tutto concorre a creare confusione e quindi ansia nelle persone.
Ad oggi però, nessuna azione, nessuna risorsa psicologica ha avuto seguito alle parole dette.
– Promesso di creare supporto a bimbi e adolescenti, ad operatori sanitari, a studenti… che, apparentemente stanno reagendo bene adesso, ma che possono covare disagi molti profondi che emergeranno nel prossimo futuro.
– E’ anche stata prevista l’attivazione di un servizio psicologico nelle 8.200 direzioni scolastiche con protocollo dedicato.. ma ad oggi ancora nulla adi concreto e di realizzato. I fondi sono troppo pochi rispetto ai costi di un servizio di questo tipo.
L’indice di stress è in risalita in questa seconda ondata (alla pari dei livelli di marzo 2020) e l’ansia potrebbe trasformarsi in “dolore psicologico” con pesanti ricadute sulla salute nel suo complesso sia a livello familiare che professionale che socio/relazionale.
L’Ordine degli Psicologi sta chiedendo al Governo dei vaucher per permettere alla cittadinanza (partendo dagli operatori sanitari, dai malati di Covid e dai redditi più bassi) di godere prestazioni psicologiche anche da privati data l’insufficienza di specialisti nel settore pubblico.
Il disagio psichico evidenziato dai cittadini riguarda l’incertezza economica, lutti non elaborati, il prolungato isolamento che ci ha disabituati alla socialità (62% di italiani alla fine della prima ondata aveva paura di tornare alla normalità-“sindrome della capanna “)
Ad esempio in Belgio, il Governo per ovviare all’inconveniente dell’isolamento ha adottato il sistema del “compagno di coccole” da incontrare a casa specie per i single per alleviarne la solitudine e la routine; ma anche la “bolla di sostegno” adottata negli States. Tali misure mostrano un’attenzione dei governi al benessere emotivo dei cittadini che da noi è rimasta, ad oggi, sulla carta.
Le restrizioni imposte (finchè non arriverà il vaccino), ha un impatto rilevante su bisogni fondamentali delle persone come l’autonomia decisionale, la libertà di movimento, il senso di sicurezza fisica e il contatto coi cari. Difficile prevedere come queste sofferenze evolveranno nel futuro e che “ferite” lasceranno nelle persone.
Ci chiediamo dopo tutti questi danni fatti, quanti ancora se ne faranno se non si attuano strategie per la salute mentale dei cittadini….
Prendiamo un lato positivo in tutto ciò: la pandemia ha imposto all’attenzione della politica l’importanza del benessere psico-emotivo e ci si augura che si raggiunga in breve un accesso al supporto psicologico all’interno del sistema sanitario nazionale.
(da: Dr Lazzari Presidente CNOP)
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