
Quali effetti ha avuto questo lockdown su bimbi, adolescenti, anziani e coppie?
La domanda che ci siamo posti e che ha condotto tutto il nostro operato è stata:
La pandemia che ci ha colpito ha obbligato le persone ad un periodo di due mesi e mezzo in isolamento nella propria casa. Questo ci ha costretti a coabitare con persone che fino al giorno prima si incrociavano forse per i pasti e costretti ad elaborare nuove modalità del vivere la nostra quotidianità oltre che la nostra socialità.
Le scuole hanno sostituito la didattica dal vivo a quella online obbligando gli studenti di ogni età (dai nidi, alle medie e all’università), ad isolarsi dai pari con le proprie famiglie in una sorta appunto di coabitazione forzata e spesso in piccoli appartamenti senza spazi per “respirare”.
Per fortuna i social (videochiamate, skype, play station, ecc) sono venuti in aiuto e si è radicata, una sorta di “società virtuale” che ha dovuto sopperire alla mancanza dei contatti diretti. Sono infatti comparse nuove tecnologie per comunicare, abbiamo imparato ad usarne altre, gli anziani stessi che non ne volevano sapere di videochiamate o sms si sono adeguati ed usato questi mezzi tecnologici pur di rimanere in contatto coi nipoti, figli ed amici.
Torneremo di sicuro ad una “normalità” ma che non sarà più quella di prima come chi subisce un “trauma” ed elaborandolo e normalizzando lo stato emotivo lo supera ma non sarà più quello di prima!!! E questa pandemia è stata un “trauma” per tantissime persone!
Ecco che come Responsabile dell’Equipe Psicosociale per le Emergenze del NIP di Protezione Civile, ho pensato di organizzare dalla fine di febbraio ad oggi insieme ad un team di 8 (otto) psicologi dell’emergenza ed una assistente sociale, formata all’uopo, una sorta di sportello d’ascolto allo scopo di “fornire un supporto psicologico alle telefonate ricevute da persone della nostra Comunità e dai soccorritori stessi che stavano vivendo un momento di forte disagio emozionale” a causa del Covid .

Abbiamo così ricevuto circa 250 telefonate in poco più di tre mesi provenienti dalla città ma anche dalla provincia, abbiamo rilasciato interviste a TV Parma e TV NEWS 24, articoli per i quotidiani locali ed online per informare le persone di quello che stava succedendo dal punto di vista psiclogico-emotivo, oltre a mantenere aggiornata una pagina FB creata ad hoc.
A corredo delle telefonate abbiamo elaborato un questionario d’indagine allo scopo di rilevare problematiche, dubbi o disagi e poter così “prevenire eventuali stati di burnout e disturbi post-traumatici tra il personale di soccorso”. Abbiamo raccolto oltre 100 questionari compilati, rilevate le necessità ed ora stiamo organizzando gli incontri specifici a seconda degli argomenti segnalati: comunicazione coi familiari delle vittime, gestione dello stress e della tensione emotiva, rapporti tra le associazioni e altri.
Nelle prossime pagine tutto ciò che troverete scritto è frutto di quel che abbiamo ascoltato dalle persone in questi mesi che chiedevano un supporto, un aiuto allo scopo di ritrovare quell’equilibrio nuovo ed una serenità messi a dura prova dal COVID
Importante anche sottolineare come tutti i sintomi che venivano elencati nel corso delle chiamate erano “Reazioni normali all’evento anormale”… per cui la persona doveva solo darsi un pò di tempo per ritrovare quell’equilibrio perduto!
E le persone, questo, lo hanno capito benissimo! Insonnie tenute sotto controllo, attacchi d’ansia e di panico maggiormente contenuti, conflitti meno pronunciati perchè si scioglievano tensioni e paure parlando con un esperto e così via.
Aspetto i vostri commenti. Scrivetemi qui sotto e sarò lieta di rispondervi in privato.
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